Tra spazio e mare, la corsa per le terre rare, vettore della transizione energetica, sarà sempre più rilevante nei rapporti internazionali.
Spazio, mare e energia
Il futuro dei rapporti internazionali e geopolitici troverà nella ricerca delle terre rare, sia nel mare che nello spazio (corpi celesti) una variabile nevralgica. Da questo punto di vista, nonostante un leggero calo dei commerci rispetto al 2023, questi materiali mantengono la piena centralità nell’economia globale.
Più in particolare, a beneficiare di questi diciassette elementi della tavola periodica sono principalmente l’elettronica e la tecnologia. Con loro, l’industria (petrolchimica, vetro, bellica e aerospaziale), così come le energie rinnovabili. Proprio su quest’ultimo aspetto, si sta giocando la vera competizione, nella misura in cui la Cina ha ottenuto una grande quota sui mercati produttivi (60% al 2021, secondo ISPI).
Le necessità di creare e ‘accorciare’ le filiere, almeno per l’Occidente, si sono poste nell’ottica di porre le basi verso una maggiore autonomia sistemica. Per arrivare a questo, però, bisognerà limitare al massimo che si reiterino le dinamiche proprie delle fonti fossili, tra produttori e consumatori.
La riflessione di Luca Salamone
Durante l’evento Space & Underwater a Roma, su questo aspetto è intervenuto Luca Salamone, Direttore Generale dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). In collegamento da Kourou, nella sua analisi Salamone si è soffermato sulla sicurezza nel mare e nello spazio, ponendo al centro il valore delle infrastrutture critiche.
Poi, ha rimarcato il ruolo delle terre rare, comuni sia sui fondali che sui corpi celesti. La loro estrazione sarà vettore geo-economico. Il tema dei c.d. nuovi rapporti di dipendenza nei metalli rari, inciderà sui rapporti economici internazionali nel futuro prossimo. Su tali presupposti, non sono pochi gli analisti che si sono interrogati sul problema, soffermandosi sulle modalità per arrivare al loro superamento.
Queste le parole di Salamone a tal proposito: “La capacità di agire nella dimensione subacquea e in quella spaziale sono destinate sempre di più a riscrivere i rapporti geopolitici e internazionali. Ed è in questo contesto che molti attori del continente asiatico si stanno ritagliando un ruolo sempre più centrale. Sia per il futuro sfruttamento delle risorse sui fondali marini, sia nell’ambito della nuova Space Economy”.