Negli Stati Uniti si avvicina un’altra vittoria per i produttori di petrolio e gas. Il Congresso ha votato a favore dell’abrogazione della tassa sul metano introdotta dall’amministrazione Biden, una misura che avrebbe generato miliardi di dollari e contribuito alla lotta contro il cambiamento climatico. Ora manca solo la firma di Donald Trump per rendere ufficiale la decisione, in netta controtendenza rispetto alle politiche climatiche globali.
Tassa sul metano: Il Congresso USA dice “no”
È ufficiale: la tassa federale sul metano rilasciato dai produttori americani di petrolio e gas non entrerà mai in vigore. Il Congresso a maggioranza repubblicana ha votato, quasi all’unanimità, per cancellare una misura chiave dell’agenda climatica di Biden.
La normativa era stata concepita per mitigare l’impatto ambientale dell’industria fossile, imponendo una tassa sulle emissioni di metano, gas serra con effetto inquinante superiore alla CO₂, tra i principali responsabili del surriscaldamento globale. Oltre a limitare l’inquinamento, la misura voluta dall’ex Presidente USA avrebbe portato ingenti entrate economiche, stimate in miliardi di dollari.
Il risultato in Senato, di 52 voti a favore contro 47 contrari, segue quello della Camera, altrettanto favorevole all’abrogazione. Ora l’ultima parola spetta al presidente Donald Trump, che con la sua firma renderà definitiva la decisione.
Congressional Review Act, un ostacolo alle normative ambientali
Uno dei fattori che ha reso vulnerabile questa norma è stato il Congressional Review Act (CRA), uno strumento legislativo che permette al Congresso di eliminare regolamenti adottati alla fine del mandato presidenziale precedente. Se la risoluzione viene approvata e firmata dal nuovo presidente, la legge non solo viene abrogata, ma non potrà più essere reintrodotta in una forma simile in futuro.
Il Regolamento in Unione Europea
Mentre negli Stati Uniti viene smantellata una normativa ambientale chiave, l’Unione Europea prosegue con misure più rigide per il contenimento delle emissioni di metano. La legge bocciata negli States era infatti allineata con il Green Deal europeo, in particolare con il regolamento (UE) 2024/1787, in vigore da agosto 2024, che impone agli Stati membri obblighi di monitoraggio, misurazione e riduzione delle emissioni.
Il Regolamento stabilisce limiti severi non solo per il settore dell’oil & gas, ma anche per le attività minerarie e la produzione di batterie, con l’obiettivo di raggiungere la neutralità carbonica nei prossimi decenni.