La Casa Bianca prepara ordini esecutivi contro le organizzazioni no-profit ecologiste, accusate di ostacolare l’agenda fossile del Presidente. Il provvedimento potrebbe colpire anche fondazioni internazionali.
ONG, un freno al rilancio del carbone
L’amministrazione Trump starebbe pianificando una serie di ordini esecutivi per revocare lo status di esenzione fiscale a diverse ONG ambientaliste, con un annuncio che potrebbe arrivare simbolicamente in occasione dell’Earth Day 2025. L’obiettivo? Ostacolare quelle realtà percepite come un freno al rilancio del carbone, del petrolio e del gas naturale sul suolo statunitense.
L’iniziativa, rivelata da fonti vicine alla Casa Bianca, si inserisce in una strategia più ampia di pressione sulle organizzazioni che promuovono la transizione energetica e la lotta alla crisi climatica. Non si tratterebbe solo di una stretta a livello nazionale: nel mirino potrebbero finire anche fondazioni internazionali con finanziamenti esteri e attive nel campo della sensibilizzazione ambientale.
Un attacco politico al mondo ambientalista
La misura si aggiunge a una serie di azioni volte a delegittimare le voci critiche verso la politica energetica trumpiana. Donald Trump ha recentemente attaccato apertamente alcune organizzazioni no-profit come Citizens for Responsibility and Ethics in Washington (CREW), accusandole di mascherarsi da enti benefici per portare avanti una campagna contro di lui.
Sotto osservazione anche gruppi storici come Code Pink, la League of Conservation Voters e il Natural Resources Defense Council, citati in audizioni parlamentari come potenziali destinatari di indagini fiscali e restrizioni legali.
Le implicazioni legali e il ruolo dell’IRS
Qualsiasi modifica allo status fiscale delle no-profit passa per l’Internal Revenue Service (IRS), tenuto per legge ad agire con imparzialità. Le ONG possono perdere l’esenzione solo in presenza di attività politiche o irregolarità fiscali, non per le loro posizioni ideologiche. Una revoca mirata rischierebbe dunque di violare i principi costituzionali, in particolare la libertà di associazione.
Secondo alcuni esperti legali, l’eventuale ordine esecutivo sarebbe difficilmente difendibile in tribunale. “Colpire selettivamente le organizzazioni ambientaliste non reggerebbe a un controllo giuridico”, ha dichiarato un docente di diritto costituzionale della Georgetown University.
Un colpo alla lotta climatica e alla transizione energetica
Le ONG ambientaliste hanno avuto negli ultimi decenni un ruolo centrale nel contrastare il cambiamento climatico, nel promuovere le energie rinnovabili e nel influenzare le politiche ambientali nazionali e internazionali. Revocare loro lo status di non-profit significa limitare la capacità di raccogliere fondi, fare advocacy e sensibilizzare l’opinione pubblica.
Dietro la retorica della trasparenza e del rispetto delle regole fiscali, molti analisti leggono una chiara volontà politica: silenziare il dissenso ecologista per favorire l’espansione delle fonti fossili.
Earth Day nel mirino
L’annuncio dell’ordine esecutivo, secondo le indiscrezioni, potrebbe arrivare proprio il 22 aprile, Giornata della Terra, lanciando un segnale politico forte e provocatorio. Tuttavia, il contenuto e la tempistica del provvedimento sarebbero ancora oggetto di confronto interno all’amministrazione.
In un momento storico in cui la crisi climatica richiede azioni concrete e inclusive, una simile mossa rappresenterebbe un pericoloso passo indietro per la società civile e per l’intero movimento per la giustizia ambientale.