La Banca europea per gli investimenti (BEI) ha impegnato 80 mln di Dollari, in azioni, del Pembani Remgro Infrastructure Fund II (PRIF II) per finanziare progetti infrastrutturali sostenibili nell’Africa subsahariana.
Il volano della finanza ‘verde’ in Africa
L’azione della Banca europea per gli investimenti (BEI) in qualità di vettore della transizione energetica e digitale si è rinnovata, anche attraverso la cooperazione finanziaria con l’Africa. Come da comunicato della scorsa settimana, la Banca ha in effetti formalizzato l’impegno di 80 mln di Dollari – in azioni – del Pembani Remgro Infrastructure Fund II (PRIF II).
Il fondo – sotto l’egida del Gruppo della Banca Africana dello Sviluppo – ha costruito un riferimento essenziale, in funzione degli investimenti strutturali che interesseranno il Continente. In quest’ottica, costituirà la base su cui programmare i nuovi progetti infrastrutturali, sia in materia di energie rinnovabili, che delle infrastrutture digitali e dei trasporti.
Il tutto – sempre in considerazione delle fragilità che caratterizzano l’Africa – si porrà a sostegno dell’azione per il clima, della sostenibilità ambientale. Contestualmente, l’idea sarà creare nuove opportunità lavorative, affinché – anche a livello territoriale – le singole comunità possano trarre dalla transizione energetica i massimi benefici socio-economici.
L’onere finanziario
Il piano dell’istituto di credito europeo si confronterà con un quadrante ‘geografico-finanziario’ dalle grandi prospettive, sebbene ancora ai margini. Nonostante il suo potenziale di energia rinnovabile, l’Africa, infatti, riceverebbe solo il 2% degli investimenti globali in energia pulita. Sulle disparità in materia, per altro, i Paesi si sono a lungo confrontati nei dibattiti della Cop29 di Baku.
In primo luogo, dunque, è come se la BEI fosse ripartita da quei tavoli. Si è dato un segnale, offrendo un ausilio anche di carattere amministrativo-gestionale. Tant’è che, materialmente, il supporto finanziario del PRIF II sarà concesso ‘solo’ a quei progetti che siano allineati con la tabella di marcia che ha stilato la Banca per il clima della BEI.
Il miglioramento dell’accesso a Internet e dunque della connettività sarà il pilastro per favorire e moltiplicare le buone pratiche, il volano tangibile di uno sviluppo che sia realmente sostenibile. Oltreché ‘inclusivo. Ancora oggi, in effetti, in Africa ci sono 900 mln di persone che non hanno ancora accesso a Internet.
Nella misura in cui si voglia intervenire nell’intera fascia subsahariana, sarà fondamentale definire con precisione ogni singola misura. La cooperazione tra Europa e Africa ha trovato nella finanza ‘verde’ un terreno sempre più importante, per affrontare le sfide del futuro prossimo.