Pubblicato il 12° sondaggio annuale sui principali rischi aziendali percepiti in tutto il mondo. Oltre 2.700 intervistati. Catastrofi naturali e cambiamenti climatici scendono in classifica, mentre le aziende si concentrano sulle questioni macroeconomiche più pressanti: inflazione, crisi energetica e possibile recessione. Il dato italiano con focus su energia e fonti rinnovabili.
L’Allianz Risk Barometer 2023 e i timori delle aziende
Le imprese di tutto il mondo stanno attraversando un periodo di forte incertezza, anche se non di crisi vera e propria, come nel caso di quelle europee. Secondo l’Allianz Risk Barometer 2023, a livello globale, i rischi informatici, le interruzioni di attività (rispettivamente il 34% ognuno) e l’impatto dei cambiamenti macroeconomici, rappresentano le preoccupazioni principali individuate dalle aziende per il 2023.
Le catastrofi naturali, rispetto allo scorso anno, sembrano preoccupare meno e, nonostante i danni sempre maggiori dovuti proprio a fenomeni terrestre e atmosferici violenti, si posizionano molto più in basso, al 6° posto.
Stessa dinamica per i cambiamenti climatici, che passano dal 6 al 7° posto, così come la pandemia da Covid-19, che precipita dal 4 al 13° posto.
L’emergenza energetica si fa priorità globale
La crisi energetica è il principale fattore di aumento del rischio nell’indagine Allianz e compare per la prima volta al 4° posto (22%).
Alcuni settori, come quello chimico, dei fertilizzanti, del vetro e dell’alluminio, possono dipendere da un’unica fonte di energia (il gas russo nel caso di molti paesi europei) e sono quindi vulnerabili alle interruzioni della fornitura di energia o agli aumenti dei prezzi.
Se queste industrie di base entrassero in difficoltà, le ripercussioni potrebbero farsi sentire più a valle nella catena del valore in altri settori. Secondo Allianz Trade, la crisi energetica rimarrà il più grande trauma per la redditività in particolare per i Paesi europei.
Ai livelli attuali, i prezzi dell’energia potrebbero azzerare i profitti della maggior parte delle società non finanziarie, poiché il potere contrattuale sta diminuendo a causa del rallentamento della domanda.
Aziende italiane e percezione dei rischi
In Italia il podio dei timori varia leggermente. Troviamo così al primo e secondo posto i rischi informatici e l’interruzione delle attività, mentre al terzo posto si posiziona la crisi energetica come nuovo rischio per le aziende.
Restringendo il campo al settore “Energia & Utilities” e le imprese che vi lavorano, i principali timori evidenziati dagli italiani riguardano l’interruzione di attività (39%, in calo rispetto al 46% del 2022), la crisi energetica (36%, nuovo fattore di rischio per le imprese) e al terzo posto le catastrofi naturali (36%, in calo rispetto al 41% dello scorso anno).
Nel focus “Energie rinnovabili”, infine, i principali timori manifestati dalle imprese italiane del settore riguardano l’interruzione delle attività (58%, in lieve calo rispetto al 60% del 2022), le catastrofi naturali (42%, in grande diminuzione rispetto al 65% dello scorso anno), seguite al terzo posto dalla crisi energetica (29%, nuovo fattore di rischio per le imprese). Altra new entry, al quarto posto, sono i cambiamenti nello scenario macro economico (21%).