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Petrolio e gas USA. Chi ha rilasciato più concessioni estrattive su terreni pubblici tra Obama, Trump e Biden?

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L’accavallarsi delle tre amministrazioni americane dal 2009 ad oggi raccontano l’evoluzione delle politiche energetiche statunitensi e riflettono un delicato e sempre precario equilibrio tra sviluppo economico e salvaguardia ambientale. Con il ritorno di Trump alla presidenza, le prospettive si orientano nuovamente verso un’espansione delle attività estrattive, alimentando il dibattito tra sostenibilità e crescita.

Le concessioni estrattive su terreni federali di gas e petrolio di Obama, Trump e Biden

Negli ultimi dieci anni, le concessioni di petrolio e gas su terreni pubblici negli Stati Uniti hanno subito variazioni significative, evidenziando le diverse priorità delle amministrazioni Obama (2009 – 2017, in particolare negli anni del secondo mandato), Trump (2017-2021) e Biden (2021-2025).

Secondo i dati del Bureau of Land Management (BLM), l’amministrazione guidata da Donald Trump ha rappresentato il picco più favorevole per il settore energetico, mentre sotto la presidenza di Joe Biden si è registrata una marcata riduzione delle concessioni, in linea con gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra.

Trump: un boom per l’industria del petrolio e gas

Nel primo anno della presidenza Trump, le concessioni per l’estrazione su terreni pubblici sono aumentate del 93% rispetto all’ultimo anno dell’amministrazione Barack Obama.

Questo incremento ha segnato un deciso cambio di rotta, con una forte spinta verso la massimizzazione della produzione interna di energia, finalizzata alla riduzione dei costi energetici e all’indipendenza energetica.

La stretta di Biden sulle concessioni

Con l’arrivo di Biden alla Casa Bianca (già vicepresidente sotto la lunga amministrazione Obama), la priorità è passata alla sostenibilità ambientale.

Nel 2021, il presidente democratico ha temporaneamente sospeso nuove concessioni di petrolio e gas su terreni pubblici, un segnale forte della sua politica climatica.

Recentemente, il BLM ha limitato la vendita di concessioni nell’Arctic National Wildlife Refuge in Alaska, una delle aree naturali più estese del Paese. L’ente ha stabilito che solo 400.000 acri (1000 acri sono più o meno 4 km quadrati), un quarto dell’intera area della pianura costiera del rifugio, saranno disponibili per le operazioni estrattive.

Il ritorno di Trump e il futuro delle concessioni

Con la vittoria di Donald Trump alle elezioni del 2024 (entrata in carica ufficiale alla Casa Bianca il 20 gennaio 2025), si prospetta un ritorno a politiche più favorevoli all’industria energetica dei combustibili fossili.

Trump ha già dichiarato che perseguirà ulteriori progetti di estrazione nell’Arctic National Wildlife Refuge, incontrando però la resistenza delle associazioni ambientaliste che si oppongono allo sviluppo industriale in questa regione.

Un equilibrio tra economia ed ecologia

La gestione delle concessioni di petrolio e gas riflette il conflitto tra esigenze di sviluppo economico e tutela ambientale.

Mentre Trump punta a rilanciare il settore energetico, Biden ha cercato di arginare le concessioni per proteggere gli ecosistemi e ridurre le emissioni di CO2 e altri gas serra.

La prossima fase di questa sfida sarà decisiva non solo per l’economia statunitense ma anche per il ruolo degli Stati Uniti nella lotta al cambiamento climatico.

Giornalista

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