Mentre le Nazioni Unite lanciano l’allarme sul mancato raggiungimento degli obiettivi Net Zero entro il 2035, alcune potenze non solo rallentano, ma addirittura fanno un passo indietro sulla decarbonizzazione. Tra queste, la Nuova Zelanda si distingue per un’inversione di rotta che potrebbe anticipare l’evoluzione delle politiche climatiche globali nell’era Trump.
Nuova Zelanda: stop alla corsa verso Net Zero?
Seguendo l’esempio degli Stati Uniti, la Nuova Zelanda potrebbe essere tra i primi Paesi a deviare dagli obiettivi Net Zero. Lo Stato del Pacifico meridionale, un tempo pioniere delle politiche green, sta ora adottando strategie che sembrano allinearsi a una tendenza globale di disimpegno climatico.
Cosa prevede la nuova strategia climatica
Da quando il primo ministro Christopher Luxon e la sua coalizione di centrodestra hanno assunto l’incarico a fine 2023, il Paese ha intrapreso un netto cambiamento rispetto alla leadership laburista di Jacinda Ardern. Se in passato la Nuova Zelanda guidava la transizione energetica, oggi si distingue per decisioni in controtendenza, simili a quelle adottate dagli Stati Uniti.
Le nuove misure includono:
- Eliminazione delle restrizioni sui combustibili fossili
- Allentamento delle normative sulle emissioni agricole
- Pressioni sulle banche affinché riducano i limiti ai prestiti non sostenibili
Economia vs ambiente: a quale costo?
L’amministrazione Luxon, eletta con la promessa di rilanciare l’economia, ha scelto un approccio più favorevole alle imprese e meno rigoroso sul clima. Tuttavia, questa strategia potrebbe avere conseguenze globali, influenzando altre nazioni a ridurre il loro impegno climatico con la giustificazione di ragioni economiche.
Un segnale ancora più radicale arriva dal leader del partito ACT e partner di coalizione, David Seymour, prossimo vice primo ministro. Seymour ha persino ipotizzato l’uscita della Nuova Zelanda dall’Accordo di Parigi, suggerendo che questa proposta potrebbe diventare un tema chiave della prossima campagna elettorale.
Un effetto domino sul clima?
Se la Nuova Zelanda, un tempo simbolo di impegno ambientale, sta facendo marcia indietro, cosa possiamo aspettarci dagli altri Paesi? Il rischio è che questa tendenza si diffonda, rallentando ulteriormente la lotta al cambiamento climatico in un momento cruciale.