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JD Vance, il candidato alla vicepresidenza USA pronto a scardinare il Green Deal

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Da Milwaukee la sfida repubblicana alle politiche dell’amministrazione Biden su ambiente, clima e transizione energetica si fa sempre più accesa, accusando i democratici di aver truffato il Pase. I punti chiave del discorso di JD Vance.

Vance attacca Biden e rilancia il “made in USA”

Alla Convention nazionale repubblicana di Milwaukee, nel Wisconsin, JD Vance ha accettato ufficialmente la candidatura alla vicepresidenza degli Stati Uniti. Il senatore dell’Ohio dovrà quindi aiutare Donald Trump nella corsa alla Casa Bianca e per farlo ha subito deciso di attaccare lo sfidante Joe Biden, definendolo un leader controllato dalle multinazionali.

Abbiamo bisogno di un Presidente che non si svenda alle corporation e che difenda davvero le imprese americane e l’industria di questo Paese”, ha detto Vance.

In 40 minuti di discorso, il senatore ha inveito contro il commercio globale, la manodopera straniera e quindi i migranti, in nome del “made in America”, del ritorno della produzione in patria e del “prima gli americani” ad ogni costo.

L’industria dell’automobile, ad esempio, è stata secondo Vance strangolata da accordi internazionali come il vecchio  North American Free Trade Agreement, più conosciuto con l’acronimo NAFTA, che ha favorito Canada e Messico, non certo gli Stati Uniti, ha spiegato.

E’ a causa di accordi del genere che il nostro Paese è stato inondato di prodotti realizzati in altri Paesi, come quelli cinesi, a basso costo, frutto di manodopera poco pagata”, ha aggiunto il vice Trump.

Repubblicani contro il Green Deal americano, definito una truffa

Ma al centro del suo discorso c’era anche il Green Deal americano voluto dai democratici, che ha subito definito “una truffa bella e buona” (“Green New Scam”), ovviamente “a danno degli americani”.

Per colpa di questi provvedimenti, ha sottolineato Vance, “siamo costretti ad acquistare energia da Paesi che ci odiano”, riferendosi alle importazioni di petrolio che l’America ha sottoscritto con 86 diversi fornitori stranieri, compresi gli odiati Canada e Messico, rispettivamente per il 52% e l’11% delle forniture.

Stop alle auto elettriche, ma è grazie all’emobility che sono stati creati molti posti di lavoro negli USA

Sia Vance, sia Trump, si sono detti contrari a tutto questo e intenzionati ad aumentare le trivellazioni negli Stati Uniti per incrementare la produzione di gas e petrolio. Inutile dire che non in caso di vittoria dei repubblicani a novembre non ci sarà più posto per auto elettriche, energie rinnovabili e decarbonizzazione.

Posizioni bizzarre, visto tutto il resto, considerando che grazie all’elettrificazione della mobilità alle gigafactory nell’Ohio, Stato di cui è senatore, sono stati creati oltre 114 mila posti di lavoro, secondo dati diffusi da Clean Jobs Midwest, con un tasso di crescita doppio rispetto al resto della nazione.

Giornalista

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