La transizione energetica, negli Stati Uniti, si sta dimostrando un volano per l’occupazione e per il mercato del lavoro, con alcuni settori economici particolarmente virtuosi.
Un’economia che si rinnova
Nel 2023 degli Stati Uniti, le rinnovabili sono state un moltiplicatore di occupazione, con importanti benefici nel mercato del lavoro nazionale. Questo, secondo lo U.S. Energy & Employment Jobs Report (USEER), redatto e pubblicato lo scorso Agosto dal Dipartimento dell’Energia.
Nello studio, in effetti, si è rimarcato come l’economia statunitense – sostenuta dal piano di investimenti voluto da Joe Biden e Kamala Harris – abbia negli ultimi dodici mesi legittimato importanti conferme.
I posti di lavoro nel settore dell’energia pulita sono aumentati del doppio (+ 4,2%), rispetto alla crescita delle altre occupazioni (+ 2,0%). Ecco spiegato l’ottenimento di 142.000 nuovi impiegati. Alcuni settori specifici, poi, sono emersi per il loro ‘virtuosismo’.
Non solo una questione di numeri
In effetti – sempre citando il documento in questione – è possibile inquadrare il fenomeno comparandolo con una tendenza sistemica. Nel 2021, infatti, c’era stato l’annuncio di oltre 800 progetti infrastrutturali in materia di transizione energetica.
L’implementazione degli stessi ha generato un’accelerazione tangibile nell’edilizia di ultima generazione. La ‘sola’ crescita del 4,5% degli occupati in edilizia energetica è stata quasi il doppio, in confronto a quelli nel complessivo settore delle costruzioni, pari al 2,3%.
Più in generale, sono emersi anche il comparto della mobilità, la fornitura di servizi di pubblica utilità, nonché la trasmissione, distribuzione e stoccaggio. Si aggiunga, inoltre, che sia il settore del solare che quello dell’eolico hanno registrato una forte crescita occupazionale pari, rispettivamente, al 5,3% e al 4,5%.
Strada segnata e futuro incerto
La direzione sembrerebbe dunque in linea con i dettami dell’Amministrazione Biden. Questa, infatti, aveva posto l’obiettivo secondo il quale, entro il 2035, il 100% dell’elettricità elettrica prodotta sarebbe dovuta essere ‘pulita’.
Indipendentemente da come andranno le elezioni, è indubbio che la mole di investimenti in atto non possa non avere sul Paese un impatto profondo, con tutte le conseguenza del caso.