Gli impatti dei rischi climatici sono pervasivi lungo tutta la catena del valore energetico. E nel futuro peggioreranno. Potranno essere mitigati solo grazie all’intervento dei settori pubblico e privato, delle organizzazioni regionali e dei partner internazionali.
Il report
Il rapporto “Resilienza climatica per la sicurezza energetica nel Sud-est asiatico” dell’Agenzia Internazionale per l’Energia delinea il rischio che corre la sicurezza energetica nella zona analizzata fino alla fine del XXI secolo e lancia un appello a istituzioni pubbliche e private, organizzazioni locali ed enti internazionali.
Ondate di calore, inondazioni, siccità, cicloni tropicali e innalzamento del livello del mare mettono a rischio, ogni giorno, tutto il sistema energetico del sud est asiatico, dall’estrazione del combustibile alla distribuzione dell’elettricità.
“Le alte temperature danneggiano la corretta funzionalità degli impianti solari fotovoltaici e delle centrali elettriche a gas naturale, le forti piogge e le inondazioni interrompono l’estrazione di carbone e minerali e i cicloni tropicali mettono a repentaglio le infrastrutture energetiche”, si legge nel report.
Gli impatti del cambiamento climatico
Ondate di calore sempre più frequenti e intense e un aumento della temperatura della superficie terrestre di quasi 1°C dagli anni ’80 a oggi hanno aumentato il rischio di inondazioni della zona di una quantità più alta della media mondiale.
A farne le spese sono soprattutto il solare fotovoltaico, le centrali elettriche a gas e le reti elettriche.
Temperature più elevate possono portare a una minore produzione di energia solare degradando l’efficienza di generazione e aumentando la resistenza elettrica, oltre a danneggiare celle e materiali.
Le centrali elettriche a gas naturale produrrebbero meno energia a causa di un flusso di massa d’aria ridotto e di una temperatura crescente dell’acqua di raffreddamento.
Le linee elettriche aeree possono surriscaldarsi, espandersi e cedere, e i cavi elettrici sotterranei potrebbero subire cortocircuiti a causa delle sollecitazioni sui materiali isolanti.
Non solo fotovoltaico, centrali e reti
Le forti piogge e le inondazioni interrompono le operazioni di estrazione di carbone, nichel e rame.
I cambiamenti nei modelli di precipitazione impattano anche sull’energia idroelettrica.
Una maggiore variabilità delle precipitazioni può portare a una diminuzione della capacità di generare di energia idroelettrica. Nello specifico, del 5% entro il 2100 rispetto al 1970-2010 in uno scenario a basse emissioni e di quasi il 9% in uno scenario ad alte emissioni.
L’intensificazione dei cicloni tropicali e l’innalzamento del livello del mare minacciano i sistemi energetici, infliggendo danni alle risorse. Nel Sud-est asiatico, quasi la metà delle capacità installate di energia solare fotovoltaica e idroelettrica sono situate in aree soggette a cicloni.
Inoltre, oltre il 40% delle turbine eoliche e oltre il 20% delle reti elettriche sono esposte ai cicloni tropicali.
La sfida per il futuro: un sistema energetico resiliente
Le proiezioni dell’IEA indicano che gli impatti negativi del cambiamento climatico sono in aumento. Entro la fine di questo secolo, gli eventi di calore estremo raddoppieranno in scenari a basse emissioni e quadruplicheranno in scenari ad alte emissioni.
Le stime dell’Agenzia Internazionale per l’Energia indicano che l’unico modo per far fronte ai danni causati dal cambiamento climatico è avere un sistema energetico resiliente. Per averlo è necessario cambiare il modo in cui le infrastrutture energetiche vengono pianificate e sviluppate.
Per far ciò, è necessario mobilitare gli investimenti del settore privato con strumenti di finanziamento pubblico, politiche di supporto e assicurazioni.
Implementare tecnologie efficienti dal punto di vista energetico permette infatti di attenuare il problema a lungo raggio.
Gli impatti climatici hanno quindi implicazioni sul funzionamento del sistema energetico dell’area, ma un futuro energetico, resiliente e sicuro è possibile.