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Crediti di carbonio, un mercato mondiale da 250 miliardi di dollari entro il 2050

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Il mercato dei crediti di carbonio sta mostrando segnali di potenziale crescita, ma con evidenti vulnerabilità su cui lavorare, secondo i dati diffusi da MSCI, con più aziende che si impegnano in ambiziosi obiettivi climatici e nuove politiche emergenti. Il Report MSCI.

Il mercato dei crediti di carbonio, le stime al 2030 e al 2050

Il mercato dei crediti di carbonio ha evidenziato nel 2024 una lunga fase di stagnazione generale, anche a fronte di un aumento del numero di progetti registrati e di crediti emessi.

Durante l’anno passato, è stato raggiunto un valore complessivo di 1,4 miliardi di dollari, stando alle nuove stime MSCI, ma entro la fine del decennio, a seconda degli scenari, potrebbe anche crescere in un range compreso tra 7 e 35 miliardi di dollari.

Il salto vero è comunque atteso entro il 2050, quando è atteso raggiungere i 250 miliardi di dollari su scala mondiale.

Nel 2024 sono state emesse 305 milioni di tonnellate di crediti di carbonio (MtCO2e). Questo ha portato il totale a oltre 2,1 miliardi di crediti emessi dall’accordo di Parigi del 2016.

Sebbene questo numero sia atteso in aumentato, la domanda come anticipato è rimasta stagnante, con solo 180 milioni di crediti ritirati nello stesso anno. Di conseguenza, il prezzo medio dei crediti di carbonio è diminuito, raggiungendo 4,8 dollari per tonnellata nel 2024.

I driver del settore

Nonostante questo, lo studio si attende una crescita significativa entro tra la fine del decennio, soprattutto la metà del secolo, trainata da obiettivi climatici aziendali più ambiziosi, standard di qualità migliorati e l’aumento della domanda di crediti di rimozione del carbonio.

Il settore dell’aviazione è destinato a giocare un ruolo importante. Tuttavia, permangono sfide legate alla qualità dei progetti e alla trasparenza del mercato.

Nel 2024, oltre 2.700 aziende hanno stabilito obiettivi climatici basati sulla scienza, con un aumento del 65% rispetto al 2023. Man mano che le scadenze si avvicinano, molte aziende dovranno fare affidamento sui crediti di carbonio per colmare il divario tra le loro emissioni e gli obiettivi Net-Zero.

Tecnologie come la cattura diretta dell’aria potrebbero diventare attori chiave nel mercato dei crediti di carbonio. Si prevede che il loro valore di mercato potrebbe raggiungere i 42 miliardi di dollari entro il 2050.

Le vulnerabilità

Non mancano le vulnerabilità e i dubbi sulla qualità di questi strumenti. Le domande sull’affidabilità e sull’impatto di alcuni progetti hanno minato la fiducia nel mercato.

Otre alle segnalazioni di frodi e la denunzia di progetti sovrastimati, che hanno già minato la credibilità di questo mercato, urge la necessità di affrontare la frammentazione degli standard di settore, per garantire trasparenza e rafforzare la fiducia verso i crediti di carbonio.

Per questo si segnala il bisogno di sviluppare robusti sistemi di monitoraggio e verifica per garantire l’integrità dei progetti presentati e adottati.

Industria automobilistica e carbon credit

Le case automobilistiche stanno accelerando il ricorso al pooling dei crediti di carbonio per raggiungere gli obiettivi ed evitare multe con le più severe normative sulle emissioni dell’Unione Europea (UE) previste per il 2025.

Diverse case automobilistiche, tra cui Stellantis, Toyota, Ford, Mazda e Subaru, si stanno unendo al pool di emissioni di Tesla. Nel frattempo, Mercedes ha stretto una partnership con Polestar, Volvo Cars e Smart. L’azienda di Elon Musk potrebbe guadagnarci un miliardo di dollari secondo stime USB per il 2024 (nel 2023 ha incassato con questo sistema quasi 1,8 miliardi di dollari).

Man mano che più case automobilistiche investono in veicoli elettrici, la dipendenza dagli accordi di pooling potrebbe diminuire. Tuttavia, finché questa transizione non sarà completata, i crediti di carbonio rimarranno uno strumento fondamentale per la conformità.

In caso contrario, secondo il CEO di Renault, Luca De Meo, le case automobilistiche europee rischiano sanzioni fino a 16 miliardi di dollari.

Giornalista

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