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COP30 in Amazzonia, la visione del Brasile. Il documento

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Il Brasile si prepara a ospitare la COP30 con l’ambizione di trasformare la crisi climatica in un’opportunità di rinnovamento globale. La conferenza sarà un punto di svolta, spingendo l’azione concreta oltre i negoziati e promuovendo un “mutirão” mondiale basato su cooperazione e innovazione. Tra impegni ambientali e contraddizioni interne, il Paese punta a rafforzare il multilateralismo, proteggere l’Amazzonia e mobilitare risorse per una transizione ecologica giusta e sostenibile.

First Letter from the President of COP30, Ambassador André Corrêa do Lago
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La visione del Governo brasiliano per la COP30

Il Brasile si prepara ad ospitare la 30ª Conferenza delle Parti (COP30) della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC), che si terrà nel novembre 2025 a Belém, in Amazzonia. L’evento si svolgerà in un contesto storico cruciale: 20 anni dall’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto e 10 anni dall’adozione dell’Accordo di Parigi.

Un momento di svolta nella lotta al cambiamento climatico

Il Governo brasiliano, sotto la guida del Presidente Luiz Inácio Lula da Silva e del Presidente designato della COP30, André Aranha Corrêa do Lago, considera questa conferenza come un’opportunità unica per una svolta globale nella lotta al cambiamento climatico. Il documento ufficiale che delinea la visione brasiliana sottolinea l’urgenza dell’azione collettiva, ribadendo che il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato e che il 2025 inizia con temperature record.

La COP30 al centro della crisi climatica

Per la prima volta, una COP si terrà nell’Amazzonia, un ecosistema vitale ora minacciato da un punto di non ritorno. Il Brasile pone al centro del dibattito l’importanza della protezione delle foreste, che possono giocare un ruolo chiave nell’assorbimento delle emissioni di gas serra.

L’obiettivo principale della COP30 sarà la transizione dalla fase di negoziazione alla fase di attuazione degli accordi climatici esistenti, superando l’inerzia e rafforzando il multilateralismo. Il Brasile invita i leader mondiali ad agire concretamente per ridurre le emissioni, adattarsi ai cambiamenti climatici e mobilitare risorse finanziarie sufficienti a sostenere la transizione ecologica.

Un “Mutirão” globale per il clima

Uno dei concetti chiave della presidenza brasiliana della COP30 è il “mutirão“, un termine derivato dalla cultura indigena che esprime il concetto di lavoro comunitario per un obiettivo comune. Il Brasile invita la comunità internazionale a unirsi in un “mutirão globale” contro il cambiamento climatico, basato sulla cooperazione, la solidarietà e l’inclusione.

Mobilitazione di risorse e innovazione tecnologica

Il documento brasiliano riconosce il ruolo cruciale della finanza climatica e della tecnologia nella lotta ai cambiamenti climatici. Si fa appello alle istituzioni finanziarie internazionali, come le Banche di Sviluppo Multilaterali (MDBs), affinché diventino più efficaci e accessibili nel fornire risorse ai paesi in via di sviluppo.

Il Brasile sostiene l’integrazione della transizione digitale e quella climatica, proponendo soluzioni innovative per rendere più efficiente la gestione delle risorse e la riduzione delle emissioni.

Le grandi contraddizioni del Brasile nella transizione ecologica

Il Brasile è un paese emblematico per le sue contraddizioni in materia di politiche climatiche e sostenibilità ambientale. Da un lato, è una delle nazioni con la maggiore biodiversità al mondo e una capacità significativa di produzione di energia rinnovabile; dall’altro, soffre di una deforestazione massiccia e di politiche spesso incoerenti con la tutela ambientale. Ecco alcune delle principali contraddizioni:

1. Deforestazione vs. conservazione

  • Il Brasile ospita circa il 60% della foresta amazzonica, un ecosistema fondamentale per l’assorbimento di CO₂ e la regolazione del clima globale.
  • Tuttavia, la deforestazione è in crescita, soprattutto a causa dell’agricoltura intensiva (coltivazione di soia e allevamento di bestiame), dell’estrazione mineraria e dello sviluppo infrastrutturale.
  • Nonostante alcuni impegni internazionali per ridurre la deforestazione, l’applicazione delle leggi ambientali è spesso debole e le politiche governative variano a seconda dell’amministrazione in carica.

2. Produzione di energia rinnovabile vs. espansione dei combustibili fossili

  • Il Brasile è uno dei leader mondiali nelle energie rinnovabili: circa il 75% della sua elettricità proviene da fonti pulite, in particolare idroelettrico, eolico e biomassa.
  • Tuttavia, negli ultimi anni ha incentivato lo sfruttamento di risorse petrolifere offshore, in particolare nel bacino del pre-sal, andando in contrasto con gli obiettivi climatici globali.

3. Impegni internazionali vs. politiche nazionali

  • Il Brasile ha aderito agli accordi sul clima, come l’Accordo di Parigi, impegnandosi a ridurre le emissioni di gas serra.
  • Nonostante ciò, le politiche interne spesso non rispettano questi impegni. Durante il governo Bolsonaro (2019-2022), per esempio, ci sono stati tagli ai fondi per la protezione ambientale e un aumento delle concessioni per attività estrattive e agricole.

4. Ricchezza di biodiversità vs. minacce agli ecosistemi

  • Oltre all’Amazzonia, il Brasile possiede altri ecosistemi unici, come il Pantanal e il Cerrado, fondamentali per la biodiversità e la regolazione del ciclo dell’acqua.
  • Tuttavia, questi ecosistemi sono a rischio a causa della conversione in aree agricole, dell’inquinamento e degli incendi, spesso appiccati per creare nuovi pascoli.

5. Economia verde vs. modello di sviluppo basato sulle risorse naturali

  • Il Brasile potrebbe diventare un leader nell’economia verde grazie al potenziale delle energie rinnovabili, dell’agricoltura sostenibile e della bioeconomia.
  • Tuttavia, la sua economia dipende ancora fortemente dall’estrazione di materie prime (soia, carne, petrolio, minerali), con un modello di sviluppo poco sostenibile a lungo termine.

Il ruolo della società civile e del settore privato: verso una nuova era di leadership climatica

La COP30 non si limiterà a coinvolgere i governi, ma punta a un’azione inclusiva che coinvolga anche il settore privato, le comunità locali, gli scienziati e gli innovatori tecnologici. Brasilia chiama a raccolta tutti gli attori per creare una rete globale di azione climatica che trasformi gli impegni in risultati concreti.

Il grande appuntamento di novembre prossimo è visto come un’opportunità per ridefinire la leadership globale nel XXI secolo, sostenendo che non ci può essere progresso umano senza cooperazione profonda e duratura.

Il Brasile si impegna, così, pur tra mille contradddizioni, a guidare una transizione giusta, che tenga conto delle differenze tra i vari paesi, ma che sia anche ambiziosa nel perseguire gli obiettivi climatici.

La sfida lanciata dal Brasile per la COP30 è chiara: trasformare il cambiamento climatico da un problema globale a un’opportunità di rinnovamento per il pianeta e per l’umanità. Il tempo per l’azione è ora, e il Brasile intende fare della COP30 il punto di svolta nella lotta contro la crisi climatica.

Giornalista

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