Roma, 22/11/2024 Notizie e approfondimenti sui temi dell’Energia in Italia, in Europa e nel mondo.

Combustibili fossili, la banche mondiali hanno investito 684 miliardi di dollari nel 2022. E gli accordi di Parigi?

11
Home > Policy > Policy Mondo > Combustibili fossili, la banche mondiali hanno investito 684 miliardi di dollari nel 2022. E gli accordi di Parigi?

Le stesse banche che hanno firmato accordi internazionali per accelerare con la decarbonizzazione di industria ed economia, come previsto nell’Accordo di Parigi sul clima del 2015, sono tra i principali investitori in società energetiche che estraggono petrolio, gas e carbone. Così si mette a repentaglio l’intero ecosistema e il nostro stesso futuro.

Banche, fossili e global warming. Lo studio

Nel 2015 si era tutti d’accordo: disinvestire nei combustibili fossili, come il petrolio, il gas e il carbone, se si vuole avere anche solo una possibilità di evitare il peggio in termini di concentrazioni di inquinanti e di surriscaldamento globale. Ma le cose sono andate molto diversamente rispetto agli annunci.

Oggi, a distanza di più di sette anni dalla COP21, le grandi banche di tutto il mondo investono ancora enormi quantità di risorse finanziarie nel settore dei combustibili fossili: nel 2022 più di 684 miliardi di dollari, secondo stime di Oil Change International.

Il Rapporto “Banking on Climate Chaos” ha studiato gli investimenti delle prime 60 banche e delle prime 100 società di combustibili fossili, scoprendo che 49 banche che si sono impegnate a zero emissioni nette hanno anche fornito l’81% del finanziamenti alle 100 aziende energetiche che hanno ampliato maggiormente la produzione di combustibili fossili nel 2022.

L’interno settore del petrolio, del gas e del carbone, grazie a questi investimenti, ha realizzato profitti per 4 trilioni di dollari durante l’anno passato, in barba a tutti i piani a sostegno delle fonti energetiche rinnovabili (per i quali non ci sono mai le risorse necessarie) e degli stessi piani di decarbonizzazione (con gli obiettivi al 2050 sempre più in bilico).

Chi sono le banche più “fossil friendly”?

Lo scorso anno, secondo quanto riportato in un articolo firmato da David Tong, responsabile della campagna mondiale di sensibilizzazione sul tema di Oil Change International, con in testa la RBC, le banche canadesi hanno investito 21 miliardi di dollari in società energetiche attive nel settore delle sabbie bituminose.

Approfittando della guerra in Ucraina e delle sanzioni alla Russia, gli investimenti in gas naturale sono aumentati del 50% circa.

Gruppi bancari celebri come Morgan Stanley, JPMorgan Chase, Mizuho, ING, Citi e SMBC Group hanno incrementato la spesa nei progetti di estrazione di gas da fratturazione idraulica o fracking.

Le banche statunitensi rimangono le più attive in questo settore. Dal 2015 ad oggi hanno investito una quota di risorse pari al 32% dei 5,4 trilioni di dollari spesi complessivamente nel mondo in combustibili fossili.

La Citibank (insieme alla spagnola Santander) investe in siti di estrazione dal bacino amazzonico (mettendo a serio repentaglio il polmone verde del pianeta).

Le banche europee BNP Paribas, Crédit Agricole e il Gruppo giapponese SMBC sono in cima alla lista dei grandi finanziatori di progetti di estrazione di petrolio e gas offshore, avviati o implementati nel 2022, con più di 2 miliardi di dollari.

La fame energetica cinese

Nel circolo polare artico, invece, si distinguono le banche cinesi ICBC Agricultural Bank of China e la China Construnction Bank, con investimenti pari a 2,9 miliardi di dollari per progetti di estrazione sempre di petrolio e gas naturale.

Banche cinesi guidate da Citic Bank, Everbright Bank e Industrial Bank, hanno sostenuto l’87% degli investimenti in società di estrazione del carbone, pari a 13 miliardi di dollari.

Il 97% delle risorse finanziarie destinate alle prime 30 imprese nel settore del carbone è arrivato dalle banche cinesi.

Giornalista

Articoli correlati