Nuovo Rapporto di ActionAid, parte integrante della campagna “Fund our Future”, che accende un faro sul ruolo svolto dalle banche di tutto il mondo nel finanziare il settore dei combustibili fossili e dell’agrobusiness (altri 370 miliardi di dollari), a svantaggio di quello delle fonti energetiche rinnovabili. Necessario invertire il trend e favorire la spesa in energia pulita. Drastico il nuovo presidente dell’IPCC Jim Skea: “Un mondo più caldo è un mondo più pericoloso”.
Aumentano le emissioni di CO2 e crescono gli investimenti nei combustibili fossili
Nel 2022 le emissioni inquinanti di diossido di carbonio (CO2) sono aumentate dell’1% su base annua, raggiungendo il livello record di 36,8 miliardi di tonnellate, secondo l’Agenzia internazionale dell’energia (Aie).
In particolare, si è registrato un +1,6% di aumento di emissioni di CO2 dall’utilizzo di carbone e di un +2,5% dall’impiego del petrolio.
Un trend sempre più inquietante che ci impone di adottare al più presto delle misure drastiche di taglio delle emissioni inquinanti di gas serra, tra cui la CO2.
Il problema è che nonostante gli impegni presi a livello internazionale, l’aumento seppur relativamente minimo della CO2 favorirà comunque un incremento sostanziale della temperatura media del pianeta, già soggetta all’effetto global warming.
A gettare benzina sul fuoco ci ha pensato poco più di un mese fa il fisico scozzese Jim Skea, nuovo Presidente dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), braccio scientifico delle Nazioni Unite sull’emergenza climatica.
Secondo il fisico scozzese, infatti, è ormai inevitabile il superamento del fatidico limite degli 1,5°C di aumento della temperatura media del pianeta rispetto ai livelli pre-industriali e tale sforamento potrebbe avvenire già entro il 2030.
Il Rapporto di ActionAid sui finanziamenti alle industrie più inquinanti
È in questo contesto che il nuovo Rapporto di ActionAid, parte integrante della campagna “Fund our Future”, accende un faro sul ruolo svolto dalle banche di tutto il mondo nel finanziare il settore dei combustibili fossili, a svantaggio di quello delle fonti energetiche rinnovabili.
Secondo il documento, dal 2016 ad oggi i finanziamenti all’industria dei fossili hanno superato i 3,2 trilioni di dollari in 134 Paesi del Sud del mondo.
Altro fattore critico individuato dallo studio è l’industria dell’agricoltura intensiva, che sempre negli stessi Paesi ha raccolto 370 miliardi di dollari.
Se davvero si vuole accelerare il percorso di decarbonizzazione a livello mondiale si deve fare maggiore attenzione a questi flussi finanziari. I cambiamenti climatici hanno un forte impatto sociale, determinando nuove povertà e disuguaglianze nell’accesso al cibo, all’acqua e all’energia.
Come riportato da un articolo del Sole 24 Ore, secondo Skea: “I governi non hanno messo in atto politiche abbastanza ambiziose da consentire il raggiungimento degli obiettivi dell’accordo di Parigi”.
“Il mondo non finirà se diventerà più caldo di 1,5 gradi. Tuttavia, sarà un mondo più pericoloso. I Paesi dovranno lottare con enormi problemi e ci saranno molte tensioni sociali”, ha commentato ancora il Presidente dell’IPCC.