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$790 miliardi all’anno entro il 2030. La capacità produttiva degli impianti rinnovabili in cantiere. Il Rapporto IEA

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”The State of Clean Technology Manufacturing”, l’ultimo Rapporto IEA  pubblicato in occasione del vertice G7 di Hiroshima, analizza la capacità produttiva potenziale dei diversi progetti in cantiere in ambito rinnovabile, concentrandosi su solare fotovoltaico, energia eolica, batterie, pompe di calore ed elettrolizzatori.

The State of Clean Technology Manufacturing

L’ultimo Rapporto dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA), The State of Clean Technology Manufacturing, passando in rassegna i numerosi progetti annunciati nel settore delle rinnovabili, con particolare riferimento a solare fotovoltaico, energia eolica, batterie, pompe di calore ed elettrolizzatori, valuta come questi ultimi potrebbero modificare il panorama dell’energia pulita entro la fine del decennio. La nuova analisi vuole essere di supporto alle delegazioni riunite per il G7 a Hiroshima, il 19, 20 e 21 Maggio.

Una capacità produttiva di 790 miliardi di dollari all’anno

Attualmente sono migliaia i progetti in cantiere relativi alle cinque categorie individuate. Se venissero realizzati dal primo all’ultimo, la capacità produttiva complessiva raggiungerebbe i 790 miliardi di dollari all’anno entro il 2030. In una condizione ottimale quindi, la capacità globale del solare fotovoltaico supererebbe di gran lunga la soglia obbligatoria indicata dalla comunità internazionale. Altrettanto accadrebbe per le batterie, ma non per eolico, pompe di calore ed elettrolizzatori, che invece, tendono a restare piuttosto lontani dai livelli necessari affinchè si possa parlare di neutralità carbonica (i valori critici sono riportati nel The Net Zero Emissions by 2050 Scenario). 

Come superare le diseguaglianze geografiche

Ad oggi, purtroppo, la capacità produttiva degli impianti per l’energia rinnovabile presenta una forte concentrazione geografica. I primi tre mercati rappresentano, infatti, tra l’80% e il 90% della capacità totale, a seconda della tecnologia. Gli sforzi delle singole realtà nazionali per diversificare la produzione iniziano a vedere lentamente i primi risultati, espandendo le catene di approvvigionamento in diverse regioni, ma secondo l’IEA la cooperazione internazionale è l’unica soluzione possibile a questo tipo di problema.

La raccomandazioni dell’IEA

The State of Clean Technology Manufacturing si conclude con alcune raccomandazioni dirette ai leader del G7, ma applicabili anche ad altri governi interessati:Oltre a mettere in luce l’importanza della cooperazione internazionale e il coordinamento degli sforzi nel realizzare le catene di approvvigionamento, il report sottolinea il ruolo cruciale che può avere la costruzione di partenariati strategici, anche mediante l’agevolazione degli investimenti nei mercati emergenti e nelle economie in via di sviluppo

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