Un documento che non porta vantaggi nel processo di semplificazione burocratica, al contrario lo rallenta, creando nuove barriere allo sviluppo delle fonti rinnovabili nel nostro Paese. Le audizioni di Elettricità Futura, Alleanza per il fotovoltaico, Energia Libera, Anev, Italia Solare, Terna e Coordinamento Free all’VIII Commissione permanente (Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica) del Senato della Repubblica.
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Lo “Schema di decreto legislativo recante disciplina in materia di regimi amministrativi per la produzione di energia da fonti rinnovabili”, anche chiamato Testo unico sulle rinnovabili, non ha passato l’esame degli operatori del settore in audizione all’VIII Commissione permanente (Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica) del Senato della Repubblica.
Un Testo bocciato da Elettricità Futura, Alleanza per il fotovoltaico, Energia Libera, Anev, Italia Solare, Terna e Coordinamento Free, a cui si può affiancare il parere negativo del Consiglio di Stato del 10 settembre.
Un documento che tutti aspettano da anni, quindi benvenuto, ma giudicato negativamente nel merito.
Secondo Agostino Re Rebaudengo, Presidente Elettricità Futura, “la bozza del Decreto legislativo sui regimi amministrativi per la produzione di energia da fonti rinnovabili, in attuazione della delega prevista dall’art. 26, commi 4 e 5, lettera d, della Legge 118 del 2022 Legge sul mercato e la concorrenza, anziché semplificare e accelerare il rilascio delle autorizzazioni come imporrebbe la delega del Parlamento, introduce nuove barriere e rallentamenti allo sviluppo delle rinnovabili”.
“La bozza di Decreto è in netto contrasto sia con la delega del Parlamento, sia con le Direttive europee RED II e RED III perché peggiora il quadro normativo vigente anziché migliorarlo”, ha aggiunto Rebaudengo.
“Il testo come proposto non porta benefici relativamente alla semplificazione del processo amministrativo per gli impianti alimentati da FER, e in alcuni casi addirittura complica le procedure eliminando alcuni strumenti utili, chidiamo con forza la modifica del richiamato provvedimento affinché possa contribuire al necessario raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione assunti dall’Italia”, ha fatto notare l’Anev.
Italia Solare ha apprezzato la struttura generale del provvedimento e lo sforzo compiuto, ma sono numerose le criticità rilevate: “non si ravvedono le semplificazioni previste dalla delega e da ogni parte auspicate, e anzi talora sono previste nuove complicazioni. Valga per tutti un esempio: la introduzione, per tutti i regimi amministrativi, del titolo edilizio ai fini della costruzione degli impianti, previsione dannosa non solo perché appesantisce tutti i procedimenti, ma anche e soprattutto in considerazione della peculiarità degli impianti fotovoltaici, che vengono realizzati senza costruzione di volumetrie significative, a parte (e non sempre) modeste cubature per gli apparati di servizio; ciò significa creare incertezze per gli operatori e un enorme aggravio amministrativo per i Comuni, chiamati a gestire procedimenti che poco o nulla hanno a che vedere con le norme sull’edilizia”.
A cui si aggiunge “lo scarso coraggio dell’intervento, che si limita a raccogliere disposizioni già vigenti, evitando quasi del tutto semplificazioni e razionalizzazioni” a cui si aggiunge “la mancata riflessione sulla ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni in materia di procedimenti di interesse delle rinnovabili”.
Anche Terna ha individuato diversi punti critici del testo: “In primo luogo, un aspetto relativo alle opere necessarie per connettere un impianto alla rete (opere connesse); in secondo luogo, lo schema di D.lgs. abroga l’intero articolo 12 del D.lgs. 387/03 sul procedimento di AU e, quindi, anche il comma 4-bis in base al quale il proponente che intende autorizzare impianti FER, può richiedere, al momento della presentazione dell’istanza di AU, la dichiarazione di pubblica utilità e l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio delle aree in cui realizzare le opere connesse; infine, si segnala che tra le disposizioni abrogate dallo schema è riportato il comma 1 dell’art. 9 del decreto-legge 17/2022 che consente attualmente al gestore di rete di autorizzare con Dichiarazione di inizio lavori asseverata (DILA) le modifiche alle opere di connessione conseguenti a repowering di impianti esistenti, non comportanti l’occupazione di nuove aree. Ad avviso di Terna tale disposizione andrebbe ripristinata”.
Nell’audizione dell’Alleanza per il fotovoltaico, si rileva che “non viene specificato quale sia il regime autorizzativo applicabile alle modifiche eseguite sui progetti già in possesso dei titoli abilitativi ma non ancora realizzati. Sarebbe opportuno chiarire questo aspetto con una clausola di portata generale, per evitare sin da subito incertezze normative. Suggeriamo, quindi, di applicare ai progetti già abilitati ma la cui costruzione non è ancora iniziata la stessa disciplina prevista per gli interventi sugli impianti già esistenti; che il Testo Unico Autorizzazioni ha aggravato le procedure relative agli interventi sugli impianti esistenti, stabilendo che la potenza complessiva risultante dai lavori non può mai superare le soglie di potenza previste per ciascuna tipologia di impianto oggetto di intervento”.
Sempre l’Alleanza ha sottolineato che la necessità di “chiarire la portata retroattiva delle nuove norme e, in particolare, stabilire espressamente se le modifiche introdotte nel Testo Unico Autorizzazioni si applicheranno solo ai progetti presentati successivamente all’entrata in vigore della legge o se saranno applicabili anche agli iter autorizzativi pendenti. A nostro avviso bisognerebbe prevedere che le misure che aggravano i procedimenti debbano applicarsi solo alle domande presentate successivamente all’entrata in vigore della legge; al contrario, le norme che semplificano le procedure dovrebbero essere applicabili già ai progetti il cui iter è ancora in corso”.
Di seguito i documenti relativi alle memorie delle audizioni di ogni operatore in Commissione