Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, nell’emanare gli atti di indirizzo a Terna, all’Autorità di Regolazione per energia, reti e ambiente e al Gestore servizi energetici, ha rimodulato la produzione di energia elettrica da carbone, da olio combustibile, da bioliquidi sostenibili e da biomasse solide.
La disposizione del MASE
Finalmente un segnale forte dal Governo per accelerare sulla decarbonizzazione del Paese. Con lo “stop”, o quasi, alle centrali elettriche alimentate da olio combustibile o carbone, anche l’Italia inizia a ragionare. La disposizione arriva direttamente dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, che nell’emanare gli atti di indirizzo a Terna, all’Autorità di Regolazione per energia, reti e ambiente e al Gestore servizi energetici, ha rimodulato la produzione di energia elettrica da carbone, da olio combustibile, da bioliquidi sostenibili e da biomasse solide.
Uno scenario più rassicurante
Il titolare dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha dichiarato di voler fermare le centrali a olio combustibile e tenere al minimo quelle a carbone, al fine di garantire sempre la sicurezza energetica nazionale. Secondo le fonti ministeriali, l’opportunità di rivedere il piano strategico che fino al mese di marzo 2023 aveva l’obiettivo di ottimizzare l’utilizzo dei combustibili fossili diversi dal gas, viene oggi offerta dal riempimento degli stoccaggi. Inoltre, la contrazione della domanda di energia elettrica e l’incremento della produzione idroelettrica, avrebbero favorito la creazione di uno scenario più rassicurante.
Ridurre al minimo la produzione di energia da centrali a carbone
Più nel dettaglio, il Ministro ha chiesto a Terna di fermare la produzione di energia elettrica derivante da olio combustibile e dalla centrale a carbone di Monfalcone, nonché di ridurre al minimo la produzione di energia dalle altre centrali a carbone, mantenendo invariata quella da bioliquidi sostenibili e da biomasse solide. Secondo quanto affermato dal ministro, le politiche di diversificazione messe in atto dal Governo avrebbero consentito il raggiungimento anticipato dell’obiettivo iniziale, ossia risparmiare 700 milioni di metri cubi di gas entro il 30 settembre del 2023.