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Rinnovabili, passi in avanti del decreto FER X. Intanto un miliardo di euro per incrementare l’energia pulita e la capacità di rete

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Il percorso italiano verso la decarbonizzazione del sistema economico ed industriale è ancora lungo. Le fonti energetiche rinnovabili (FER) hanno fatto passi da gigante, in termini di installazioni e di copertura di consumi finali, ma è necessario uno sforzo regolatorio più concreto, finalizzato a favorire, accelerare e semplificare in termini burocratici la generazione di energia pulita nel Paese. La nuova bozza di decreto FER X e l’attivazione degli investimenti previsti dal PNRIC.

Decreto FER X, le novità

Nella nuova bozza del decreto FER X in circolazione si possono valutare dei miglioramenti rispetto alla precedente di marzo di quest’anno.

Un teso ad attualizzare i meccanismi di supporto tradizionali del settore e che rappresenta un altro tassello della politica ambientale del Paese per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione al minor costo per il consumatore finale, dando maggiori certezze alle imprese ed incrementando, allo stesso tempo, la nostra indipendenza e sicurezza energetica.

La bozza di decreto prevede un meccanismo di supporto alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, con l’obiettivo di favorire la decarbonizzazione entro il 2030, garantendo anche la sicurezza e l’adeguatezza del sistema elettrico.

Ovviamente, parlando di FER, gli impianti coinvolti saranno: solare fotovoltaico; eolico; idroelettrico; impianti di trattamento di gas residuati dai processi di depurazione.

Il decreto è valido fino al 31 dicembre 2025 o fino al raggiungimento di un contingente di 3 GW di potenza finanziata per impianti fino a 1 MW.

Modalità di accesso

Impianti fino a 1MW

Gli impianti di piccola taglia (fino a 1 MW) possono accedere al supporto direttamente dopo l’entrata in esercizio senza necessità di iscrizioni preliminari a bandi.

Per impianti di potenza fino a 1 MW il prezzo di aggiudicazione corrisponde ai prezzi definiti da ARERA secondo le modalità disciplinate dall’articolo 4 del decreto.

Gli impianti FER che hanno avviato i lavori successivamente alla data di entrata in vigore del presente decreto, devono possedere i requisiti prestazionali e di tutela ambientale necessari anche per rispettare il principio del “Do No Significant Harm”.

Impianti oltre 1MW

Per gli impianti più grandi (oltre 1 MW), l’accesso avviene tramite aste competitive basate su contingenti di potenza assegnati su base quinquennale.

Gli incentivi sono assegnati in base alla graduatoria, favorendo quei progetti che necessitano di bassi incentivi.

I tempi di entrata in funzione variano a seconda della tipologia di impianto: si va dai 21 mesi per il solare fotovoltaico ai 34 dell’eolico e quindi i 54 mesi per l’idroelettrico e gli impianti per i gas residuati dai processi di depurazione.

Incentivi all’autoconsumo e accumulo, sostenibilità e riduzione delle emissioni inquinanti

Il supporto per impianti di piccola taglia favorisce l’autoconsumo e l’installazione di sistemi di accumulo per migliorare la programmabilità delle fonti rinnovabili.

Sono previste misure di controllo per garantire che gli impianti rispettino criteri di riduzione delle emissioni e sostenibilità.

Monitoraggio e regolazione

Il GSE (Gestore dei Servizi Energetici) ha il compito di monitorare l’attuazione del decreto e analizzare i costi di produzione, trasmettendo i dati al Ministero.

Il GSE analizza altresì i dati dei costi di produzione delle diverse fonti e taglie di potenza, tenendo conto dei dati raccolti dagli impianti già in esercizio nonché delle eventuali variazioni dei costi dei componenti registrati sul mercato nazionale ed europeo, anche a seguito dell’effetto di variazione dei tassi di inflazione. I dati di cui ai precedenti periodi sono trasmessi annualmente al Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica.

Stando a quanto affermato qualche mese fa dal Sottosegretario del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Mase), Claudio Barbaro: “Si stima che le prime aste potranno essere bandite entro la fine dell’anno”.

Si attivano le risorse previste per il Programma Nazionale Ricerca, Innovazione e Competitività (PNRIC)

Nella giornata odierna, il sito del ministero ha informato che è stato adottato il provvedimento che individua i criteri di selezione per sostenere, con un importo complessivo di 1 miliardo e 62 milioni di euro, le imprese di tutte le dimensioni per la realizzazione di interventi di produzione di energia da fonti rinnovabili e gli interventi per incrementare la capacità della rete elettrica nazionale di accogliere quote crescenti di energia da rinnovabili.

Come ha commentato in una nota il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Pichetto Fratin, “si riducono i costi di approvvigionamento dell’energia per le imprese e si concorre alla realizzazione immediata di una parte degli ingenti investimenti necessari per abilitare il sistema elettrico nazionale allo sviluppo delle fonti rinnovabili non programmabili, senza che il relativo costo gravi in tariffa”.

Viene così avviato il processo per l’attivazione degli investimenti previsti dal PNRIC, il Programma Nazionale Ricerca, Innovazione e Competitività per la transizione verde e digitale nell’ambito delle politiche di coesione del periodo 2021 – 2027, che ha tra le sue priorità la promozione delle rinnovabili. 

Giornalista

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