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Rinnovabili? Le Regioni il vero collo di bottiglia. Le proposte AGICI

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Secondo l’ultimo Report dell’Osservatorio internazionale sull’economia e la finanza delle rinnovabili di Agici, i numeri delle rinnovabili in Italia evidenziano come la tendenza positiva, sia nel 2022 che nel primo semestre del 2023, sia frenata solo dagli iter autorizzativi. Gli enti territoriali avrebbero, infatti, adottato la politica del “no a tutti i costi”, da spiegarsi con l’assenza di benefici diretti percepiti. 

780 progetti fotovoltaici bloccati

Tre GW di capacità rinnovabile installata nel 2022 ed ulteriori 1,1 Gigawatt aggiunti solo nei primi tre mesi del 2023. Per l’Osservatorio internazionale sull’economia e la finanza delle rinnovabili di Agici, la crescita delle rinnovabili nel Bel Paese è tangibile, ma deve vedersela con numerosi ostacoli. Stando ai dati riportati da Legambiente, ammontano a 780 i progetti fotovoltaici italiani bloccati a vari step dell’iter autorizzativo. Sebbene la legge stabilisca un massimo di 175-220 giorni per ottenere la VIA e 245 per il procedimento autorizzatorio unico regionale (PAUR), in molti casi la presentazione dei progetti ancora in esame risale al 2021 o addirittura all’anno precedente. L’ostacolo principale risiederebbe nell’opposizione delle amministrazioni locali e regionali, blocchi operati principalmente dalle Soprintendenze ai Beni Culturali, in passato definiti da Legambiente come “Nimto” (Not in my terms of office: non durante il mio mandato).

I principali ostacoli allo sviluppo delle rinnovabili

Il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi climatici dell’Unione europea per il 2030, richiede ritmi di crescita più veloci ed impianti più grandi. Un’accelerata che per l’Italia, a detta degli esperti, sembra di difficile attuazione a causa dei significativi ritardi e delle resistenze poste sui territori. Il nuovo decreto aree idonee ha, infatti, anche lo scopo di semplificare i processi, eliminando i colli di bottiglia. Ma le nuove procedure saranno in grado di eliminare le ostilità regionali? 

Il caso della Puglia

La Puglia è tra le regioni che giocano un ruolo importante nella partita delle rinnovabili.

Con +338 megawatt nel 2022, di cui 237,7 megawatt di eolico, è la seconda Regione italiana per nuova potenza installata, la prima per numero di progetti rinnovabili in fase di VIA. Tuttavia mentre il governo spinge verso nuove installazioni, la Regione, annunciando l’approvazione del piano energetico regionale entro l’estate, frena. “La Puglia nei prossimi mesi sarà completamente trasformata senza altri obiettivi se non quelli di consentire extraprofitti alle multinazionali. Il Ministero, non solo continua a ignorare i pareri paesaggistici della Regione, ma anche quelli del ministero dei Beni culturali, che non sono più vincolanti”, ha dichiarato negli scorsi giorni a Repubblica l’assessora regionale all’Ambiente Anna Grazia Maraschio. 

La Puglia non è un caso isolato

Legambiente individua oltre quaranta casi esemplari di blocco alle rinnovabili in tutta Italia, da Nord a Sud. In Veneto, ad esempio, il Consiglio regionale ha approvato una legge (legge regionale n. 17 del 19 luglio 2022) che introduce una serie di nuovi vincoli e principi di inidoneità. Nelle Marche, ultima Regione italiana per performance nel rilascio delle autorizzazioni per il fotovoltaico tra il 2019 e il 2022, un impianto agrivoltaico di quarantacinque ettari tra Cartoceto e Fano, con una potenza di 28,38 megawatt, ha recentemente ricevuto parere negativo per il mantenimento della vocazione agricola del territorio e possibili impatti negativi sugli aspetti geomorfologici, idrogeologici ed idraulici, nonchè possibili disagi per la popolazione in merito al rumore, all’elettromagnetismo e alla forte alterazione del paesaggio percepito. In Sicilia aveva fatto notizia l’annuncio del presidente della Regione, Renato Schifani, di voler sospendere il rilascio delle autorizzazioni per il fotovoltaico. 

Tariffe agevolate e CER per coinvolgere la cittadinanza

Aiutare la cittadinanza a percepire le rinnovabili, e gli impianti necessari a generare energia pulita, positivamente, è dunque centrale per non arrestare la corsa allo sviluppo del settore. Tra le soluzioni proposte da Agici, ci sono:

  • l’introduzione di tariffe agevolate di prossimità per destinare alla cittadinanza una quota di energia prodotta dall’impianto rinnovabile;
  • l’avvio di progetti di crowdfunding per permettere a privati cittadini di investire nello sviluppo di progetti rinnovabili;

l’istituzione di comunità energetiche rinnovabili (CER).

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