Una forte accelerata al mondo delle rinnovabili da parte della politica, o almeno si spera. Il testo provvisorio del nuovo decreto che darà attuazione al PNRR prevede, infatti, la rimozione di molti degli impedimenti burocratici che finora hanno ostacolato la diffusione delle fonti di energia rinnovabile in Italia. Nei prossimi giorni la versione definitiva.
Un’inversione di rotta?
Il governo sta per dare una forte accelerata allo sviluppo delle fonti rinnovabili in Italia, o almeno così sembra. Il testo del nuovo decreto che deciderà le sorti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nel Bel Paese, dando attuazione alle prescrizioni della Comunità Europea, è ancora in discussione, ma ha tutta l’aria di voler imprimere un’inversione di rotta allo sfruttamento delle FER sul suolo della penisola.
Semplificazione e velocizzazione
La bozza di provvedimento circolata in questi giorni, infatti, semplificando i processi autorizzativi mira a rimuovere quegli impedimenti burocratici che finora hanno rallentato il processo di decarbonizzazione. La normativa rivista dal Consiglio dei Ministri riguarda più settori, ma interviene in materia incisiva in materia di rinnovabili ed efficientamento energetico. Si parla, ad esempio, di 15 giorni anziché i classici 60 per la Valutazione d’impatto ambientale, e di una procedura unica in capo al Ministero della Cultura della durata non superiore a 150 giorni.
Agrivoltaico
In particolare, il documento di 34 pagine prevede procedure abilitative semplificate per tutti quegli impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili, con specifico riferimento all’agrivoltaico. I pannelli fotovoltaici ubicati in aree agricole ad esempio, purchè rispettino i vincoli paesaggistici diretti o indiretti, sono considerati manufatti strumentali all’attività agricola e pertanto “liberamente installabili” . I pannelli solari in questione devono però essere perentoriamente posti sopra le piantagioni ad almeno due metri dal suolo, senza fondazioni in cemento o difficilmente amovibili. Inoltre, l’impianto deve essere perfettamente integrato con le attività agricole, a supporto delle piante ovvero dei sistemi di irrigazione parcellizzata e di protezione o ombreggiatura delle coltivazioni sottostanti.
Fotovoltaico
Al fine di incrementare la capacità produttiva da fonte solare e accelerare il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, il Governo incentiva la costruzione e l’esercizio di impianti fotovoltaici di potenza fino a 50 MW, nonché delle opere di connessione alla rete elettrica di trasmissione ovvero di distribuzione. L’incoraggiamento viene dall’applicazione in via transitoria (fino al 31 dicembre 2025), della procedura abilitativa semplificata. Unica condizione, la cessione dell’energia prodotta al GSE, il Gestore dei Servizi, per un periodo pari ad almeno quindici anni.
Questo significa anche che, per i quindici anni successivi alla data di entrata in esercizio, l’impianto ovvero l’energia elettrica da esso prodotta non accedono ad ulteriori strumenti di incentivazione.
Impianti di accumulo
Il testo provvisorio fa poi riferimento al procedimento di autorizzazione degli impianti di stoccaggio di energia prodotta da fonti rinnovabili. Per la prima volta i concerti, le autorizzazioni, i pareri ed i nullaosta dei soggetti preposti alla tutela di vincoli ambientali, storico-culturali, archeologici e paesaggistici sono sostituiti da un unico parere rilasciato in sede di valutazione d’impatto ambientale (VIA). La Commissione PNRR-PNIEC, trasmette il proprio parere direttamente alla Conferenza dei servizi preposta alla acquisizione di tutti gli atti di assenso e di tutti i pareri comunque necessari ai fini del rilascio dell’autorizzazione unica.
Impianti off-shore
Infine, la bozza di decreto prevede la semplificazione normativa per gli impianti off-shore di produzione di energia da fonti rinnovabili posti al largo delle coste italiane.
L’art. 72 recita così: “La realizzazione e la messa in servizio degli impianti off-shore di produzione e di stoccaggio di energia elettrica da fonti rinnovabili è sottoposta ad una autorizzazione semplificata che integra la valutazione di impatto ambientale, sostituisce ogni altro atto necessario e costituisce il necessario presupposto per il rilascio e il mantenimento della concessione d’uso delle aree demaniali e delle altre aree marine occupate, secondo la disciplina posta dal presente articolo in deroga ad ogni altra disposizione di legge e regolamentare vigente”.
Nell’esaminare le domande, Enti pubblici ed amministrazioni procedenti devono dare priorità ai progetti con maggiore potenza erogata e minori tempi di realizzazione, con un occhio di riguardo verso gli impianti flottanti ed innovativi, nonché le stazioni in grado di minimizzare l’impatto visivo a terra.
Turbine eoliche
Tra le novità anche la riduzione della fascia di rispetto dei beni sottoposti a tutela da 7 a 3chilometri per le turbine eoliche.