Pichetto Fratin ha trasmesso all’Europa la proposta di aggiornamento del Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec): “Vogliamo indicare una via alla transizione che sia realistica e non velleitaria, dunque sostenibile per il sistema economico italiano”. Entro giugno 2024 si attende l’approvazione del testo. All’interno il capitolo riforma degli incentivi per la riqualificazione energetica degli edifici, vediamo di che si tratta.
La proposta di aggiornamento del PNIEC prende la strada per Bruxelles
La proposta di aggiornamento del Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) è stata trasmessa all’Unione europea. Un documento che, secondo il dicastero guidato da Gilberto Pichetto Fratin, centra quasi tutti i target fissati dalle normative europee su ambiente e clima, superando in alcuni casi gli stessi obiettivi comunitari da raggiungere entro il 2030.
Un lavoro concluso all’ultimo minuto (scadeva il 30 giugno) e che dà il via ufficiale all’iter di aggiornamento del Piano che condurrà alla approvazione definitiva del nuovo testo entro giugno del 2024.
Al suo interno, si specifica che l’Italia si pone l’obiettivo di una quota del 40% di fonti energetiche rinnovabili nei consumi finali lordi nazionali di energia, che sale al 65% per i consumi solo elettrici.
E poi, il 37% di energia da rinnovabili per riscaldamento e raffrescamento, il 31% nei trasporti, con un 42% di idrogeno ottenuto sempre da fonti rinnovabili per gli usi dell’industria.
La proposta al vaglio dell’Europa e nei prossimi mesi oggetto della Valutazione Ambientale Strategica (VAS) è stata realizzata dal Ministero dell’Ambiente, con il supporto operativo del GSE, di RSE per la parte energetica, dell’ISPRA per la parte ambientale e di Enea, PoliTo e PoliMi per la parte della ricerca e innovazione.
La riforma delle detrazioni fiscali alla ricerca di un intervento “integrato”. Priorità alle prime case
Secondo un articolo pubblicato da La Repubblica, però, all’interno del testo trasmesso a Bruxelles c’è anche un capitolo dedicato alla riforma degli incentivi da destinare alla riqualificazione energetica degli edifici.
Nella bozza visionata dal quotidiano, la misura è finalizzata al superamento della frammentazione delle detrazioni previste oggi, che vanno dal Superbonus al bonus facciate, per un riordino generale della materia.
Nel Piano, infatti, si parla di “intervento integrato”, nel senso di ottimizzazione di tempi e costi della riqualificazione di un edificio.
Cosa possibile, si legge sul quotidiano, grazie ad un intervento su più livelli: energetico, quindi sotto il profilo dell’efficienza energetica, della generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili e dell’elettrificazione dei consumi; a cui si aggiunge quello della digitalizzazione delle strutture e dell’integrazione di queste infrastrutture con le altre considerate strategiche per il Paese, tra cui i trasporti.
Tra gli interventi bisogna considerare anche quelli a livello di decarbonizzazione e di sostenibilità ambientale. L’obiettivo finale è combinare in maniera efficiente più interventi assieme.
Nella riforma, infine, si dà priorità alle prime case, a quelle con classe energetica bassa e alle fasce di reddito più basse, ai condomini con persone in condizioni di povertà energetica e l’edilizia pubblica.