Il MASE ha inviato alla Commissione europea il testo definitivo del Piano Nazionale integrato Energia e Clima (PNIEC), confermando alcuni degli obiettivi già fissati nella prima proposta trasmessa a luglio 2023, e superando in alcuni casi anche i target comunitari sulle rinnovabili.
Gli obiettivi
L’Italia aveva inviato all’UE, a luglio 2023, una prima bozza dell’aggiornamento del PNIEC 2030, con la speranza di arrivare, entro giugno 2024, a una versione finale. I tempi sono stati dunque rispettati, con il testo definito giunto oggi stesso alla Commissione UE.
Quali i punti principali? Possiamo ritenere confermati gli obiettivi fissati nella prima proposta, ovvero 131 GW di rinnovabili al 2030 e 8 GW di energia nucleare al 2050, al fine di coprire l’11% della richiesta nazionale.
Per Pichetto Fratin, si ha così a disposizione uno strumento programmatorio per colmare alcuni gap del passato e concentrarsi sulle grandi opportunità offerte dalle fonti, senza preclusioni.
L’energia atomica
Con tale affermazione, il ministro fa un riferimento all’energia atomica, parte a tutti gli effetti del Piano così come l’utilizzo del biometano, dell’idrogeno, delle auto elettriche.
Nel testo definito, si fa anche riferimento alla riduzione della mobilità privata, alla cattura e allo stoccaggio della CO2, alle ristrutturazioni edilizie e all’elettrificazione dei consumi finali, con il crescente peso nel mix termico delle pompe di calore.
Piattaforma Nazionale
Ma rimanendo in tema nucleare, anche con la visita del rappresentante del MASE in Francia per incontrare il personale italiano impegnato nel progetto ITER, si evince la grande attenzione verso il settore, con una specifica sezione nel testo dedicata ai lavori della Piattaforma Nazionale.
Da un punto di vista tecnico-scientifico infatti, il MASE parla dell’uso di tale vettore come di una convenienza energetica ed economica, a supporto delle Fer e di altri sistemi a basse emissioni.
Secondo alcune ipotesi, l’energia da fissione, e nel lungo termine quella da fusione, potrebbero anche arrivare a soddisfare il 22% della richiesta italiana. Ma parliamo di un tema piuttosto ostico, e non ancora protagonista di risultati concreti.
Una forte accelerazione in diversi settori
Nella nota ufficiale diffusa dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, si evidenzia l’approccio realistico e tecnologicamente neutro seguito per giungere a un aggiornamento completo, che potesse portare a una forte accelerazione in diversi settori.
Tra i target più sfidanti, la decarbonizzazione dei trasporti, degli edifici e delle attività agricole. Su quelli comunitari in ambito rinnovabili invece, i 131 GW al 2030 dovranno essere distribuiti in questo modo: 79 GW dal fotovoltaico; 28 GW dall’eolico; 19 GW dall’idroelettrico; 3 GW dalle bioenergie e circa 1 GW dalla geotermia, forse destinata ad aumentare.
L’efficienza energetica e le emissioni
Per quel che riguarda l’efficienza energetica e le emissioni, il PNIEC prevede adesso un importante calo dei consumi di energia primaria e finale.
Il Belpaese ambisce così a superare l’obiettivo del FitFor55 (-62%) riguardante gli impianti industriali vincolati dalla normativa ETS, arrivando al -66% rispetto ai livelli del 2005. Procedendo su questa strada, e sviluppando sempre di più una propria autonomia energetica, il governo vuole dunque maggiore indipendenza e sicurezza.
Un hub energetico europeo
Per elaborare il nuovo PNIEC, il MASE ha lavorato in stretto contatto con le altre amministrazioni competenti, coinvolgendo MEF, MIT, MIMIT, MUR e MASAF. Importante anche il supporto tecnico di ENEA, GSE, RSE e ISPRA, e il lavoro dei ricercatori del Politecnico di Torino e di Milano.
L’idea è fare dell’Italia un hub energetico europeo di grande livello, potenziando le interconnessioni elettriche, sviluppando nuove connessioni per il trasporto di gas rinnovabili e rafforzando il ruolo del Paese come corridoio di approvvigionamento nell’area mediterranea.