Dopo un’analisi preliminare della proposta di Piano Nazionale Integrato per l’Energia e per il Clima (PNIEC) pubblicata il 19 luglio, il Think Thank italiano ECCO ha elaborato una pagella. Il risultato complessivo è deludente, sebbene non si escluda un possibile percorso di miglioramento nei prossimi 12 mesi, ritenuti fondamentali per innalzare il livello di ambizione.
I limiti del nuovo PNIEC secondo ECCO
L’invio ufficiale delle 424 pagine di PNIEC a Bruxelles, dai contenuti invariati rispetto all’executive summary trasmesso in precedenza, non è riuscito a sottrarsi al giudizio scrupoloso di ECCO, uno dei principali think thank italiani per il clima. Nella pagella pubblicata il 20 luglio dall’organizzazione no profit, si fa riferimento soprattutto ai limiti del nuovo Piano Nazionale Integrato Energia e Clima rivisto dal Governo in funzione di un approccio meno ottimista e più “pragmatico”. Secondo ECCO, infatti, il PNIEC 2023 non offre un coerente percorso di uscita dai combustibili fossili, con particolare riferimento al gas.
Lontano dalle rinnovabili e dagli obiettivi di decarbonizzazione
Il think thank è categorico nell’affermare che il PNIEC presentato dall’Italia in Commissione Europea “non risulta in linea con l’obiettivo di neutralità climatica al 2050 e non garantisce una percentuale di penetrazione delle rinnovabili nel sistema elettrico che tenga anche conto dell’obiettivo G7 sulla produzione elettrica sostanzialmente decarbonizzata al 2035”.
Inoltre, la proposta di aggiornamento del Piano, secondo quanto riportato in “pagella”, non definirebbe un quadro di politiche e misure basato su di un’analisi critica dei risultati ottenuti. Un approccio “ridondante e contraddittorio” più che pragmatico dunque, come è stato invece definito, con soddisfazione, dal titolare dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin.
Governance assente e valutazioni non trasparenti
Su 11 indicatori totali, solo uno raggiunge la sufficienza, mentre gli altri oscillano tra il peggio e il meno peggio. La pagella parla chiaro, il risultato complessivo è deludente, sebbene non si escluda un possibile percorso di miglioramento nei prossimi 12 mesi, che potrebbero essere fondamentali per innalzare il livello di ambizione. Il think thank sottolinea l’assenza di un impianto di Governance che sia in grado di rendere il Piano uno strumento efficace anche dopo la sua approvazione. Da cambiare per ECCO, anche l’approccio di ‘neutralità’ tecnologica propugnato, che non sarebbe suffragato da valutazioni trasparenti, necessarie per misurare l’efficacia della spesa pubblica.
Non vi è una declinazione sociale delle misure adottate
Secondo il think thank, non si può non evidenziare il fatto che il testo parli di competitività, ma non faccia alcun tipo di riferimento all’attuazione di politiche settoriali per favorire la decarbonizzazione del sistema produttivo. Tra le principali criticità individuate nel documento, va sicuramente annoverata anche la mancanza di una roadmap per eliminare la dipendenza dalle fonti fossili. Per quel che concerne il gas, ad esempio, il Piano contempla soltanto misure emergenziali che non tengono conto delle possibili evoluzioni. Inoltre, le misure proposte sembrano ignorare le ricadute sociali ed economiche che potrebbero essere generate. È assente una declinazione del concetto di sostenibilità in termini di salute e benessere, ma anche occupazionali.