Durante l’audizione il ministro ha toccato diversi argomenti, tra cui i cambiamenti climatici e il surriscaldamento globale di cui si occupato nella recente COP27, qualità dell’aria, tutela del suolo e tutela dell’acqua; biodiversità, infrastrutture elettriche, ma anche per petrolio e gas, fonti rinnovabili e mobilità sostenibile.
L’Audizione del ministro Pichetto Fratin in Parlamento
l’Italia produce solo il 25% dell’energia di cui necessita, il restante 75% viene importato da Paesi esteri, sotto forma di gas, di prodotti petroliferi e di carbone. Un bel problema quando ci si trova in una situazione di emergenza energetica a livello internazionale, con l’obbligo di entrare in competizione con i partner europei.
“Nelle scelte fatte nell’ultimo ventennio, da una parte, è stato dato un forte impulso alle rinnovabili, raggiungendo dei livelli apprezzabili ma ancora assolutamente non sufficienti; dall’altra abbiamo ridotto drasticamente la produzione nazionale di idrocarburi, ma non il consumo”, ha spiegato il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, nel corso dell’audizione in Parlamento sulle linee programmatiche del Dicastero.
A livello di scenario geopolitico e geostrategico, inevitabile il richiamo a Mosca e Kiev: “Il conflitto russo ucraino ha mostrato con brutale evidenza che, per quanto riguarda il gas, la scelta di dipendere prevalentemente da un unico Paese fornitore –nel corso del 2021 il 40% del nostro fabbisogno di gas è stato soddisfatto da import russo – espone il sistema a forti rischi per l’approvvigionamento, acuiti da dinamiche estremamente instabili dei prezzi non determinate esclusivamente da logiche di mercato e soggette a fenomeni speculativi”.
Rinnovabili vs Gas
Poi il ministro da un lato rilancia la domanda nazionale di energia pulita da fonti rinnovabili, di cui potenzialmente potremmo essere leader con il sole e con il vento a livello europeo e non solo, dall’altro, però, riprende un discorso un po’ vecchio e superato, cioè la necessità di appoggiarsi sul gas, un combustibile fossile di cui un giorno faremo a meno, ma che ora risulta centrale per la transizione delle industrie più energivore (quali in realtà non lo sono?).
“È evidente che per raggiungere elevati livelli di indipendenza energetica nazionale è necessario un percorso di crescita esponenziale delle fonti rinnovabili. Per sviluppare tutti gli impianti di cui abbiamo necessità occorrerà però del tempo, e in questa fase di transizione, non possiamo non ricorre al vettore fossile più pulito, ovvero il gas metano”, ha spiegato Pichetto Fratin.
L’Italia ricicla bene
Altro tema di grande interesse e su cui è assolutamente necessario accelerare lo sviluppo di tecnologie e piani di investimento è l’economia circolare, di cui, secondo il ministro, il nostro Paese è leader: “Per il tasso di utilizzo circolare dei materiali pari 21,6%, a fronte di una media europea del 12,8% ed è al vertice della classifica degli Stati membri dell’Unione europea per tasso di riciclo di tutti i rifiuti, urbani e speciali con il 67,5% a fronte del 40,9% della Germania”.
“Con questi dati non possiamo che continuare a sostenere e a tutelare il sistema del riciclo italiano che è un valore aggiunto della Strategia nazionale per l’economia circolare, la cui attuazione sarà fondamentale in relazione al tema delle materie prime critiche al fine di ridurre la dipendenza dall’estero ed individuare catene di approvvigionamento alternative a livello nazionale”, ha quindi aggiunto Pichetto Fratin.
Nei prossimi mesi inoltre, il MASE dovrà dare seguito al ‘Pacchetto’ di riforme di implementazione della Strategia Nazionale per l’Economia Circolare, assegnando risorse per oltre 7 miliardi di euro.
Durante l’audizione il ministro ha poi toccato diversi argomenti, tra cui i cambiamenti climatici e il surriscaldamento globale, qualità dell’aria, tutela del suolo e tutela dell’acqua; biodiversità, infrastrutture elettriche, ma anche per petrolio e gas, fonti rinnovabili e mobilità sostenibile.
Il PNRR
Alla base di tutto, come un comune denominatore, il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr): “Per la concretizzazione delle azioni di cui abbiamo parlato sinora è fondamentale la piena e rapida attuazione delle misure del Piano nazionale di ripresa e resilienza, per la rilevanza economica delle stesse e per le ricadute positive di lungo periodo che comportano. Il MASE non solo è titolare della porzione più rilevante delle attività della Missione 2 del PNRR ‘Rivoluzione Verde e transizione ecologica’ con 34,7 miliardi articolati su 26 investimenti e 12 riforme, ma ha anche la quota più importante di milestone e target europei del PNRR italiano, pari a 89 distribuiti nel periodo di attuazione”.
Un piano che potrebbe però soffrire di problemi legati all’inflazione crescente e all’effettiva disponibilità e capacità delle filiere produttive ad attuare specifici segmenti del Piano.
Smart Grid e nuove infrastrutture
Nell’immediato il Ministero sarà impegnato a finalizzare il raggiungimento degli ultimi 6 obiettivi del PNRR per il 2022. Entro dicembre devono essere raggiunti i target riguardanti la tutela e la valorizzazione delle aree verdi urbane ed extraurbane, nonché quello riguardante i Porti verdi. È in fase di definizione il processo di selezione dei progetti relativi allo sviluppo di sistemi di teleriscaldamento, e al miglioramento e potenziamento delle smart grid.
Sulle infrastrutture elettriche, il ministro ha spiegato che “Accanto allo sviluppo di nuovi elettrodotti e al potenziamento degli esistenti per garantire l’eliminazione delle strozzature nella rete, è fondamentale, come confermato da Terna, un forte investimento sui sistemi di accumulo (idrico ed elettrochimico), che renderanno possibile lo sfruttamento dell’energia prodotta dagli 23 impianti fotovoltaici, eolici on-shore, le tecnologie con il più basso costo specifico, nonché dell’eolico off-shore e delle altre fonti rinnovabili“.