L’ora legale sarà in vigore da domenica 31 marzo, quando alle due di notte bisognerà spostare le lancette avanti di sessanta minuti, e terminerà il 27 ottobre, con il ritorno all’ora solare. minori consumi per 370 milioni di kWh e 170 mila tonnellate di CO2 non immesse in atmosfera. La storia di questo spostamento delle lancette in avanti di 60 minuti (che non a tutti i Paesi del mondo piace).
Arriva l’ora legale, crescono i risparmi energetici (e si evitano nuove emissioni di CO2)
La prossima domenica di Pasqua, il 31 dicembre, entrerà ufficialmente l’ora legale. Sposteremo quindi le lancette di un’ora in avanti nella notte di sabato (alle ore 02:00 sposteremo l’orologio di 60 minuti in avanti) e potremo godere di giornate più lunghe, perché avremo più ore di luce, almeno fino al prossimo 27 ottobre, quando tornerà l’ora solare.
Secondo stime diffuse da Terna, nei prossimi sette mesi l’Italia risparmierà circa 90 milioni di euro, grazie a un minor consumo di energia elettrica pari a circa 370 milioni di kWh.
Rilevante anche il beneficio ambientale, perché minori consumi significheranno 170 mila tonnellate di anidride carbonica non immesse in atmosfera.
Il calcolo del vantaggio economico che ne deriva è stato elaborato da Terna considerando che il costo del kWh medio per il ‘cliente domestico tipo in tutela’ (secondo i dati dell’ARERA) è, attualmente, pari a circa 24,3 centesimi di euro al lordo delle imposte.
I circa 370 milioni di kWh di minori consumi di elettricità equivalgono al fabbisogno medio annuo di oltre 150 mila famiglie.
Negli ultimi venti anni (2004 – 2023) il nostro Paese, sempre secondo le stime del gestore elettrico, hanno portato ad un risparmio pari a 11,7 miliardi di kWh e una minor spesa per 2,2 miliardi di euro.
Perché l’ora legale
L’introduzione dell’ora legale si basa, infatti, proprio sulla volontà di sfruttare meglio la luce solare durante le giornate più lunghe di primavera ed estate e di ridurre il consumo di energia elettrica. Sono anni che si discute sulla necessità di eliminare questo passaggio, dall’ora solare a quella legale e viceversa, che avviene due volte all’anno. Qualche anno fa è stata indetta una petizione su Change.org, la piattaforma gratuita di campagne sociali, con lo scopo di abolire l’ora solare e mantenere quella legale tutto l’anno.
A livello mondiale, meno del 40% dei Paesi applica il passaggio annuale tra ora legale e ora solare (e viceversa).
La storia e chi ha scelto diversamente
Sembra che l’idea di spostare in avanti di un’ora l’orologio sia venuta a Benjamin Franklin nel 1784, obbligando la popolazione ad alzarsi un’ora prima per risparmiare sulle spese in candele. Solo nel 1916, però, divenne legge con il British Summer Time, che imponeva lo spostamento delle lancette di 60 minuti con l’arrivo dell’estate, sempre per risparmiare energia (si era in tempo di guerra allora).
Nel 2019 il Parlamento europeo aveva votato a favore dell’abolizione del passaggio dall’ora solare a quella legale, ma non se ne è fatto più nulla perché il Consiglio europeo, invece di approvare il voto, ha chiesto un ulteriore approfondimento alla Commissione europea per valutare bene gli effetti di questo cambiamento sull’economia e sulla salute umana.
I vantaggi di un’ora in più di sole
Di fatto, un’ora in più di luce stimola ad una maggiore attività fisica, offre un maggiore senso di sicurezza, favorisce gli acquisti nei negozi e negli esercizi commerciali, garantisce un risparmio sui consumi energetici, solo per citare alcuni dati.
Mentre l’Europa stenta a decidere in quale orario voglia vivere nei prossimi anni, molti altri Paesi hanno già preso questa decisione. L’Argentina ha scelto tutto l’anno l’ora solare, idem in Messico, Giordania, Iran e Siria, Arizona e Hawaii (unici due Stati USA a farlo) e alcune zone del Canada. Altri, come la Groenlandia (di fatto territorio della Danimarca), hanno deciso di rimanere con l’ora legale tutto l’anno, come il Nord dell’Australia.