Piano Mattei, materie prime critiche, nucleare, rinnovabili, efficienza idrica ed energetica nel Piano strutturale 2025-2029 presentato dal Governo alle Camere. Coerentemente con le linee già dettate dal PNIEC2024 e dal PNRR, il documento prevede che gran parte dei 174 miliardi di investimenti aggiuntivi per la realizzazione degli ambiziosi obiettivi fissati, arriverà da privati.
Il Piano Strutturale di medio termine
Il Governo ha tramesso alle Camere il Piano strutturale di bilancio di medio termine 2025-2029. Ad un primo colpo d’occhio nel testo redatto dal MEF, propedeutico alla prossima legge di Bilancio, sembra che alla transizione energetica venga dedicato un solo paragrafo. Tuttavia, non possono essere trascurati i numerosi rimandi ad altri documenti strategici per l’energia, nonchè i limiti di un programma dettato dalla pluralità di urgenze e impegni finanziari a cui, in un orizzonte pluriennale, deve far fronte il nostro Paese.
Gli strumenti della transizione energetica
Tra gli strumenti a disposizione del Bel Paese nel contesto sfidante della crisi energetica e del cambiamento climatico, il documento presentato in Parlamento cita il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) e il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, con il quale l’Italia ha definito una strategia di adattamento per il raggiungimento degli obiettivi europei al 2030. Tra i principali obiettivi annoverati, quello di preservare la competitività dei settori maggiormente esposti ai danni climatici. Nello specifico, in linea con il PNRR, l’Italia si impegna a stanziare 30 milioni annui, a partire dal 2025 e fino al 2029, per garantire l’attuazione del Piano e il funzionamento dell’Osservatorio nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici. In tale architettura, centrale sarà l’entrata a sistema del Sistema di Monitoraggio Integrato, prevista nel 2026, per la gestione dei dati raccolti.
Materie prime critiche e nucleare
Dal Piano emerge a più riprese il concetto secondo cui il Governo si propone di sostenere le imprese attraverso una molteplicità di misure, trasversali e non. Tra quelle “verticali”, ossia dirette a specifici settori, rientrano ad esempio, quelle riguardanti le materie prime critiche, identificate dall’UE come elementi essenziali per il funzionamento di numerose industrie strategiche, e caratterizzate da un elevato rischio di interruzione delle forniture. Proprio allo scopo di assicurare un approvvigionamento sicuro, il Governo sottolinea che intende proseguire il percorso di sostegno avviato negli ultimi anni. A queste ultime viene, però, insolitamente associato lo sviluppo del nucleare di terza generazione, a cui si riconosce un ruolo (immotivatamente) centrale nella promozione della competitività del sistema industriale nazionale.
Investimenti per un sistema idrico più efficiente e resiliente
Tra le priorità dell’attuale Governo vi è poi la valorizzazione dell’acqua e la riduzione degli sprechi. A tal proposito, per lo sviluppo del riutilizzo delle acque reflue urbane in situazioni di crisi idrica è stata prevista l’istituzione di un fondo ad hoc con dotazione pari a 25 milioni annui, sempre a partire dal 2025 e fino al 2029. Grazie a tali risorse, i gestori del servizio idrico integrato potranno realizzare gli interventi per migliorare la disponibilità dell’acqua in situazione di crisi idrica e incentivare il riutilizzo delle acque reflue.
Il potenziamento delle infrastrutture energetiche
L’attenzione del Paese alle fonti di energia rinnovabile viene sintetizzata in poche righe, a margine della descrizione del famoso Piano Mattei. Una cosa è certa, l’Italia intende potenziare la produzione di energia da fonti rinnovabili e le infrastrutture di trasmissione e di accumulo. In tale prospettiva, nel Piano si definisce particolarmente rilevante l’avvio, a luglio 2024, del progetto di supporto tecnico ‘A Roadmap to Connect Africa to Europe for Clean Energy Production’. Finanziato dal DG Reform, della Commissione europea, il progetto ha l’obiettivo di indicare le riforme e di produrre una stima del fabbisogno di investimenti in Italia e di collegamento con il Nord Africa per infrastrutture energetiche, al fine di rendere l’Italia uno snodo energetico europeo.
Il Piano Mattei
Presentato come opportunità significativa per l’internazionalizzazione delle imprese italiane fortemente orientate verso il continente africano, il Piano Mattei costituisce il cuore dell’impegno finanziario italiano nel settore energetico. Sono previsti, tra l’altro, finanziamenti diretti alle imprese ed al settore privato per interventi coerenti con le finalità del Piano Mattei attraverso risorse veicolate da Simest (fino a 200 milioni) e Cassa Depositi e Prestiti (fino a 500 milioni). Il Piano avrà una dotazione iniziale di circa 5,5 miliardi tra risorse a credito a condizioni concessionali, risorse a dono e garanzie, di cui 3 miliardi stanziati attraverso il Fondo Italiano per il Clima (gestito da Cassa Depositi e Prestiti) e 2,5 miliardi dal bilancio della cooperazione italiana.
L’efficientamento energetico degli edifici
In merito alla riduzione dei consumi energetici del parco immobiliare residenziale privato e pubblico, il testo fa riferimento alla Direttiva sull’Efficienza Energetica, che prevede una riduzione del consumo di energia da parte della Pubblica Amministrazione pari all’1,9% l’anno rispetto ai livelli del 2021. Per assicurare tale risparmio energetico, l’Italia si impegna a prevedere un quadro di misure volte a conseguire gli obiettivi fissati a livello europeo.
Più nel dettaglio l’Italia intende adottare una serie di nuove misure, che, senza produrre effetti sulla finanza pubblica, possono rimuovere barriere informative e amministrative e sostenere la decarbonizzazione innescando meccanismi virtuosi per gli investimenti privati.
Capitali pubblici e privati
Da quanto emerge dalle prime stime, la realizzazione degli ambiziosi obiettivi fissati nel PNIEC 2024 richiede oltre 174 miliardi di investimenti aggiuntivi cumulati, tra il 2024 e il 2030, con un incremento del 27% rispetto a quanto previsto nello scenario a legislazione vigente. Il documento specifica che “Tali investimenti saranno perlopiù assicurati dal settore privato, data l’incapacità del settore pubblico di far fronte a un fabbisogno così elevato e l’attitudine del mercato a favorire l’allocazione più efficiente dei capitali. In questo ambito, un ruolo centrale è svolto anche alcuni schemi di garanzia nazionale, tra cui Archimede, a sostegno degli investimenti privati.” Utili, in tale direzione, potrebbero essere anche ulteriori soluzioni di finanziamento e schemi di blending, in relazione alle caratteristiche dei diversi programmi di investimento da avviare.
Il ruolo dei Green Bond Sovrani per l’Italia
Al fine di facilitare la raccolta di capitali da parte pubblica, a partire dal 2021, l’Italia ha introdotto all’interno della propria gamma di titoli di debito sovrano, strumenti ‘green’, con l’obiettivo di finanziare interventi e spese del bilancio dello Stato a sostegno di investimenti nel campo della sostenibilità ambientale. In particolare, le risorse reperite attraverso le emissioni di titoli green rappresentano un importante e significativo canale di finanziamento delle crescenti richieste di investimenti, sia pubblici che privati, in un contesto in cui continuerà a essere sempre più quantitativamente rilevante lo sforzo per la transizione ecologica ed energetica messa in atto dai Paesi, con conseguenze significative in termini di necessità di provvista finanziaria da raccogliere sul mercato.
“Dal 2021, le risorse raccolte hanno supportato la realizzazione di progetti per lo sviluppo di fonti rinnovabili per la produzione dell’energia elettrica, l’efficienza energetica degli edifici, il potenziamento e l’ammodernamento in chiave sostenibile del settore dei trasporti, in linea con quanto auspicato dalle Raccomandazioni specifiche UE indirizzate all’Italia negli ultimi anni. Tra le categorie di spesa presenti nel Quadro di riferimento per l’emissione di titoli di Stato green e selezionate nel bilancio dello Stato figurano, infatti, gli investimenti nel settore trasporti e a supporto della mobilità sostenibile, la realizzazione di progetti per l’efficienza energetica, azioni a tutela dell’ambiente e della diversità biologica, della prevenzione e controllo dell’inquinamento ed economia circolare, la ricerca in materia di sostenibilità ambientale, nonché la produzione di energia elettrica e termica da fonti rinnovabili.”
Iniziate nel marzo 2021, le emissioni green hanno raggiunto attualmente un circolante sul mercato pari a 45,65 miliardi,