Il nuovo decreto approvato in CDM, che impone una maxi stretta sul Superbonus, misura che nel bene e nel male, negli ultimi anni ha incentivato l’efficientamento energetico degli edifici in Italia, arriva a due sole settimane di distanza dall’approvazione della Direttiva Case Green. Ecco cosa cambia
Il Decreto Ministeriale
Sembra andare decisamente contro gli ultimi trend europei la maxi-stretta del Governo sul Superbonus. La decisione del Consiglio dei Ministri di eliminare tutte le eccezioni che ancora consentivano determinati tipi di intervento, in particolare la cessione dei crediti e lo sconto in fattura, arriva a due settimane di distanza dall’approvazione della Direttiva Case Green da parte del Parlamento Europeo, ma non sembra essere in grande sintonia con quest’ultima.
Restano le detrazioni fiscali
La misura abolisce definitivamente lo sconto in fattura, ma riguarda anche i bonus barriere architettoniche e gli interventi di recupero di edifici nelle aree sismiche. L’unica soluzione resta quindi quella delle detrazioni fiscali.
Cosa cambia
A legittimare il provvedimento, uno sforamento in Legge di Bilancio calcolato intorno ai 10 miliardi di euro, portando il deficit italiano oltre il 7,2% previsto dall’Istat. Lo Stop riguarda anche le compensazioni con l’agevolazione Ace, al fine di evitare utilizzi fraudolenti. Sempre allo stesso scopo il Governo ha, inoltre, introdotto la dichiarazione preventiva, per avere un monitoraggio anticipato sugli interventi e non soltanto a fatture già caricate. Salta poi la regolarizzazione “in bonis”, ossia la possibilità per il contribuente in ritardo di presentare la documentazione necessaria per accedere ai bonus edilizi con il pagamento di una piccola sanzione, entro il 15 ottobre 2024. Il termine ultimo per caricare la documentazione resta il 4 aprile 2024.
Gli interventi “salvati”
Nel decreto “vi sono misure tese a chiudere definitivamente la eccessiva generosità di una misura che ha causato gravi problemi alla finanza pubblica”, ha dichiarato il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti. Non tutti, però, saranno colpiti dal nuovo Decreto. Gli unici casi ad esser fatti salvi saranno quelli di lavori già iniziati oppure, quelli nei quali sia stato già stipulato un accordo vincolante tra le parti “per la fornitura dei beni e dei servizi oggetto dei lavori e sia stato versato un acconto sul prezzo”. Rientrano nella categoria degli “ammissibili” anche gli interventi per i quali, prima dell’entrata in vigore del decreto, sia stata presentata una Cilas per i lavori non condominiali di superbonus, sia stato richiesto un titolo abilitativo in caso di demolizioni con ricostruzione, oppure sia stato richiesto un titolo per i lavori diversi da quelli agevolati con il superbonus.