Senatore, quali sono le misure per l’energia contenute nella Manovra di bilancio 2025?
Sì, allora, premettiamo che la manovra di bilancio è in discussione, e che sono stati presentati circa 4.500 emendamenti. Quindi oggi possiamo solo parlare della bozza di manovra di bilancio che potrebbe essere comunque modificata nel corso dell’approvazione prima alla Camera e poi al Senato. In programma, diciamo, per quanto riguarda l’energia c’è sicuramente la rimodulazione dell’aliquota sul gas dell’energia elettrica per tenere conto delle tecnologie più pulite, quelle a minor impatto ambientale, favorendo soprattutto le fonti rinnovabili, le biomasse e le bioenergie. É prevista poi una riforma delle accise sull’energia, una riforma dell’imposta del gas e anche una rimodulazione della tassa sull’energia elettrica per rilasciare dei titoli ai consumatori finali, proprio per eliminare i cosiddetti sussidi ambientalmente dannosi ed incentivare tutte le tecnologie a meno a impatto ambientale.
La Manovra 2025 presenta un articolo dedicato ai sussidi ambientalmente dannosi, in cosa sussiste?
L’articolo 7 prevede una serie di misure rivolte ai sussidi ambientalmente dannosi allineandoli agli obiettivi di transizione ecologica. La deducibilità per l’uso promiscuo dei veicoli aziendali a combustione interna sarà ridotta del 50% del costo chilometrico per una percorrenza convenzionale di 15 mila chilometri. Tuttavia, per i veicoli a transizione esclusivamente elettrica, la deducibilità scenderà al 10, mentre per quelli ibridi al 20%.
C’è una diatriba in corso tra chi propone di mantenere in Legge di Bilancio l’Ecobonus caldaie, anche per la sostituzione delle vecchie caldaie a gas con nuove caldaie a condensazione alimentabili con green gas, e chi invece sostiene che la misura non aiuterebbe l’industria a muoversi nella direzione della transizione energetica, andando peraltro in rotta di collisione con le indicazioni che arrivano dall’Europa (in particolare la direttiva Case green) che vietano gli incentivi fiscali per le caldaie alimentate da combustibili fossili da gennaio del 2025. Lei cosa ne pensa?
In questo caso anch’io ho presentato degli emendamenti. La mia idea (non so poi quale sia stata la versione finale, lo sapremo quando sarà approvata la manovra) è che di certo gli incentivi sulle caldaie a condensazione a gas dovrebbero essere ridotti. Io ho pensato ad un’aliquota intorno al 30%, e di dare un incentivo maggiore alle caldaie ibride o alle pompe di calore elettriche, favorendo così anche l’installazione di impianti fotovoltaici che hanno proprio l’obiettivo di alimentare in maniera elettrica il riscaldamento delle nostre case. L’idea è quella di ridurre gli incentivi sulle caldaie a gas aumentandoli sulle pompe di calore e le caldaie ibride.
C’è poi un altro aspetto riguardante il Bonus casa, che a quanto pare, e mi corregga se sbaglio, è lo stesso per chi produce apparecchi alimentati a gas e a energia elettrica. In pratica uno sconto unico per tutti gli interventi? Che cosa si è deciso in merito e quali sono effettivamente le novità in tema di detrazioni delle spese per interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica degli edifici?
La nuova riformulazione prevede sul bonus ristrutturazioni la detrazione del 50%, come la prima, con un massimale di 96mila Euro. Questo dovrebbe essere ristretto solo all’abitazione principale, mentre per le seconde case e così via dovrebbe essere il 36% delle spese sostenute nel 2025 e il 30% nel 2026-2027, poi bisogna vedere se si innalzerà queste percentuale in fase di discussione della manovra. Il Superbonus, invece, resterà confermato al 65% per il 2025, però solo per chi ha i progetti approvati, quindi le carte approvate entro l’ottobre del 2024. Anche lì ci sarà l’ultimo decalage. Forza ltalia, il mio partito, ha proposto comunque di tornare, anche in vista della Direttiva Case Green, a una proposta con una detrazione del 65% per i prossimi anni, quindi non una detrazione troppo forte. Il Superbonus era stato inteso nel momento in cui c’era il Covid per rilanciare l’economia, ma quella percentuale nel lungo e nel medio termine era insostenibile, quindi doveva già essere previsto un decalage al 65%, una percentuale ottimale per aiutare le famiglie a efficientare le proprie case. La nostra proposta prevede, quindi, anche un’emissione di capitale privato per evitare che i prezzi vengano fatti crescere in maniera spropositata. C’è stato, infatti, chi ha approfittato del fatto che il 110 fosse gratis.
Parliamo del taglio al Fondo Automotive, cosa resterà della transizione energetica dell’automotive nazionale?
Qui è stato visto che seguendo i consigli di Stellantis, di dare gli incentivi sulle auto elettriche, in realtà proprio l’industria europea è andata in crisi, perché le auto elettriche venivano prodotte soprattutto a prezzi più bassi in altre parti del mondo, soprattutto in Cina. Per cui gli incentivi non hanno avvantaggiato l’industria europea, bensì quella cinese. L’idea, dunque, non è più quella di proporre agevolazioni sull’acquisto di auto, ma incentivare le imprese che vogliono produrre auto in Italia. Sappiamo che c’è stato un crollo della produzione di automobili in Italia, quindi l’obiettivo non è tanto dare dei soldi a chi decide di comprare qualunque auto prodotta in qualunque parte del mondo, ma dire agli investitori “venite a produrre auto in Italia, anche auto elettriche di nuova generazione, il governo vi aiuterà in questo investimento”. Si sta cambiando un po’ la modalità di incentivare il settore, secondo me in maniera anche più intelligente, perché quello che ci interessa è che poi queste auto non vengano prodotte solo in Cina, ma anche in Italia, dove, ad oggi, siamo veramente lontani dai target che l’industria dell’automobile si era proposta e aveva promesso di raggiungere.