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L’importanza del Kenya nel Piano Mattei, tra rinnovabili e biocarburanti

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Nel rimodulato Piano Mattei dell’Italia, il Kenya ha assunto una piena centralità in diverse comparti energetici, tra i biocarburanti, le rinnovabili e le infrastrutture elettriche.

Tra Italia e Africa

All’interno del Piano Mattei, il Kenya – nell’Africa orientale – ha assunto un posizione massimamente rilevante, con una serie di interventi e di investimenti mirati da supportare. L’ha scritto Teleborsa, che ha riportato la sintesi degli interventi effettuati nel corso della terza giornata di Ecomondo, evento che si è tenuto dal 5 all’8 Novembre a Rimini.

Del continente africano, in particolare, si è parlato durante la quarta edizione dell’Africa Green Growth Forum. Ad organizzare l’incontro, insieme a Ecomondo è stato il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE). La collaborazione è arrivata anche da parte della Struttura di Missione della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il Piano Mattei.

La transizione verde e il partenariato in ambito energetico rilanceranno la cooperazione internazionale, nelle diverse declinazioni del capitale statale e privato. In ossequio al Piano Mattei, lo scambio di conoscenze e di tecnologie servirà all’Italia per pianificare gli interventi del prossimo futuro. Ed è in questi termini che si sono illustrate le modalità operative legate a Nairobi.

La varietà degli interventi

Per le nuove fonti energetiche, in Kenya, lo scenario di riferimento è quello della tendenza delle rinnovabili, rispetto ai consumi finali. Questa è cresciuta del 103% tra il 2000 e il 2021 (dati IEA). Sul totale delle forniture energetiche, invece – al 2023 – il geotermico costituiva il 47,5%, il solare era il 3,9%, l’eolico il 15,8%, l’idroelettrico il 21% e i biocarburanti l’1,6%.

Nel Paese africano orientale, l’Italia – oltreché sulle infrastrutture elettriche – s’impegnerà poi nel sostegno alla filiera dei biocarburante, finanziandolo attraverso il Fondo Italiano per il Clima. Non si tratterebbe di una novità, in quanto – in Kenya – l’Eni è già da anni impegnata proprio nel settore agro-alimentare.

Congiuntamente al recupero di terreni degradati o abbandonati, si è posto l’accento sulla valorizzazione degli scarti, dei residui forestali ed agro-industriali, a sostegno dei processi di economia circolare. L’iniziativa ha già coinvolto oltre 100.000 piccoli coltivatori locali in 16 contee e l’obiettivo sarà arrivare a 200.000 nei prossimi anni.

La pianificazione degli investimenti italiani in Africa ha rimarcato le direttrici geo-economiche della transizione ‘verde’, senza tralasciare l’importanza delle esigenze delle comunità locali. Anche dal loro coinvolgimento, infatti, dipenderà l’effettiva implementazione dei diversi progetti presentati.

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