Elettrodotto Tunisia-Italia, raddoppio della Tap e 4000 km di reti moderne e resilienti. L’Italia per realizzare i propri obiettivi energetici ed interrompere la dipendenza dall’estero deve partire dal PNRR. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica lo ha spiegato al Convegno di Confindustria Energia, ponendo l’accento su infrastrutture strategiche, idrogeno e geotermia.
Ridurre la dipendenza energetica
L’Italia deve puntare su infrastrutture strategiche e fonti rinnovabili, in particolare l’ idrogeno, allo scopo di ridurre sempre di più la sua dipendenza energetica dall’estero.
Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Picchetto Fratin, intervenuto al convegno organizzato da Confindustria Energia “Tutela ambientale conseguenza delle nostre scelte energetiche” ha posto l’accento sull’importanza dei fondi PNRR per accelerare il percorso di decarbonizzazione che consentirà al Paese di non essere più dipendente dalle importazioni nel settore energia.
Le infrastrutture strategiche
Tra le infrastrutture strategiche nominate da Pichetto, il nuovo elettrodotto Tunisia-Italia, della dorsale Adriatica, e il raddoppio del TAP, la Trans Adriatic Pipeline che dall’Azerbaigian porta energia nel nostro Paese. Secondo il ministro, bloccare queste opere avrebbe portato a una riduzione del 15% dell’approvvigionamento, togliendo centralità al Mediterraneo.
Procedere per step
Precisando che il primo step per una transizione sicura e sostenibile sia l’utilizzo dei fondi PNRR, Pichetto ha ricordato l’importanza degli avanzamenti sulle smart grid “4.000 chilometri di reti moderne e resilienti, per lo sviluppo dell’idrogeno”.
La linea politica
Ribadendo un concetto fondamentale, ossia che la tutela ambientale è una conseguenza delle nostre scelte energetiche, il titolare dell’Ambiente ha voluto fare chiarezza sulla linea scelta dal governo.
“La transizione ecologica è un percorso e le infrastrutture energetiche ne sono tappe fondamentali. “La nostra è una visione di un sistema energetico con tante fonti interconnesse, con una pluralità di fornitori, senza mai dipendere da uno soltanto. La sfida è la generazione diffusa: dal centro erogatore a una ramificazione del sistema. Vogliamo costruire la nostra centralità, che significa soddisfare le esigenze italiane, ma anche diventare un punto di smistamento energetico in Europa, in linea con gli obiettivi ambientali e climatici che l’Italia ha sottoscritto” ha dichiarato il ministro.
Le azioni intraprese
In merito alla discutibile compatibilità ambientale delle decisioni prese dall’attuale governo su rigassificatori, semplificazione e attività estrattive, il ministro non si è espresso, limitandosi ad annoverarle tra le azioni intraprese per frenare il fenomeno della dipendenza energetica. Per quel che riguarda, invece, le fonti di energia rinnovabili e nuove forme di produzione come l’idrogeno o lo sviluppo di realtà in grado di sfruttare il potenzialegeotermico italiano, Picchetto ha spiegato: “Dobbiamo superare i nodi che abbiamo sulle rinnovabili, come la discontinuità nell’accumulo. Su questo la tecnologia deve venirci incontro, così come la ricerca e la fornitura opportuna di materie prime”.