Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, a Stoccolma in vista dell’imminente vertice UE del 9 e 10 febbraio, ha illustrato le proposte italiane per una politica industriale europea in linea con gli obiettivi posti da Green Deal e Repower Eu.
Autonomia strategica nella produzione energetica
“È necessaria la chiarezza degli obiettivi e una decisione comune per evitare la fuga delle imprese europee e garantire l’autonomia strategica dell’Europa nella produzione energetica nella fase di transizione ecologica, e negli altri settori strategici” è quanto dichiarato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, durante l’incontro tenutosi a Stoccolma con il Commissario europeo al mercato interno e ai servizi Thierry Breton, in vista del Consiglio Europeo del 9-10 febbraio che esaminerà il documento della Commissione dal titolo “A Green Deal Industrial Plan for the Net-Zero Age”.
Le sfide imposte dal Inflation reduction act e Cina
Come rispondere alla sfida americana del IRA (Inflation Reduction Act) e alla competizione globale sempre più forte della Cina, le tematiche affrontate dai due rappresentanti, che si sono espressi anche in merito alla revisione degli aiuti di Stato.
“Ho espresso pieno sostegno a quanto delineato dal Commissario in merito alla revisione degli aiuti di Stato, che non deve essere un “via liberi tutti”, soprattutto a quanto ci ha espresso in merito alla flessibilità nell’uso delle risorse comunitarie e ad una architettura finanziaria che non si limiti al pieno utilizzo con criteri di flessibilità dei fondi esistenti ma anche alla creazione di un Fondo sovrano europeo” ha commentato Urso.
Per sostenere il sistema delle imprese in una logica di coesione e competitività, è infatti, emersa la necessità di definire i settori da supportare, le modalità di finanziamento, funzionamento, e le tempistiche di attivazione del Fondo sovrano europeo.
Il “non paper” nazionale sul Green Deal Industrial Plan
La visita del Ministro segue quella del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, venerdì scorso a Stoccolma con il Ministro degli Affari europei Raffale Fitto, in cui si è svolto anche il primo incontro con il Premier svedese, Ulf Kristersson che da gennaio ha assunto anche la presidenza di turno della Ue.
Durante i numerosi incontri e i colloqui bilaterali con i diversi colleghi europei, è stato illustrato il documento informale della Presidenza del Consiglio sul Green Deal Industrial Plan.
Urso e il viceministro Valentino Valentini hanno evidenziato come il Documento della Commissione sia una base di partenza importante ma non sufficiente, e che serve una maggiore ambizione per rispondere alle sfide globali. Per questo motivo, il governo italiano ritiene necessaria una ampia convergenza di obiettivi e strumenti al fine di deliberare una politica industriale europea assertiva, competitiva e solidale.
Quattro gli aspetti significativi:
1.agire in una logica di “pacchetto sull’industria”, in linea peraltro con la posizione espressa dal Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. La discussione sugli aiuti di Stato (Temporary Crisis and Transition Framework) deve aver luogo contestualmente a quella sulla revisione della governance economica e sulla necessità di costruire una capacità fiscale centrale, sulla scorta dell’esperienza positiva di NextGenerationEU e/o SURE. La decisione deve essere complessiva per essere davvero unitaria e quindi efficace;
2.migliorare la proposta di revisione delle regole europee sugli aiuti di Stato per garantire un’effettiva ed efficace semplificazione e velocizzazione delle procedure, premessa necessaria per una reale competitività delle imprese europee. Questo è tanto più importante per i settori strategici, sui quali si misura la competitività globale (es: semiconduttori, materie prime, energia, difesa e aerospazio, strumenti bio e ad alta tecnologia). In tale contesto occorre garantire che non vi siano differenti potenzialità nell’utilizzo degli strumenti che di fatto favoriscano i paesi con maggior capacità fiscale, con il rischio di frammentare il Mercato Interno e di aumentare il divario socio economico tra paesi e aree dell’Unione;
3.affermare il principio di solidarietà, che è a fondamento della casa comune europea, sulla base dell’esperienza di successo del Programma SURE, al fine di consentire agli Stati membri l’accesso al credito a condizioni paritetiche, da utilizzare a beneficio delle imprese e quindi dell’occupazione nei settori chiave dell’economia, delle due transizioni (verde e digitale) e ai fini del perseguimento dell’autonomia strategica dell’UE;
4.definire i settori da supportare e le modalità di finanziamento, funzionamento e tempistiche di attivazione del Fondo sovrano europeo, per sostenere il sistema delle imprese in una logica di coesione e competitività.