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Guerra Ucraina e tensioni geopolitiche, le conseguenze per la sicurezza energetica. Scarica il Rapporto

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SCARICA LA RELAZIONE ANNUALE 2022 SULLA POLITICA DELL’INFORMAZIONE PER LA SICUREZZA

Il Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica ha pubblicato la nuova Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza relativa al 2022. Focus su infrastrutture, industrie, mercati e settori strategici per il Paese.

Relazione annuale 2022, l’intelligence al lavoro per proteggere infrastrutture e industrie strategiche

L’emergenza energetica fu annunciata ad inizio autunno del 2021. Ben prima dunque della guerra in Ucraina. Ma certo entrambi i fattori di instabilità hanno contribuito a rendere il quadro generale per gli approvvigionamenti di materie prime energetiche sempre più critico e minaccioso.

La nuova Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza relativa al 2022, realizzata dal Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica, ha individuato alcune delle conseguenze più rilevanti per il nostro sistema industriale ed economico derivanti proprio dall’emergenza energetica.

Oggi sembra che la tendenza sia verso una normalizzazione della crisi, con i prezzi delle materie prime in calo, ma rimanendo sempre in un ordine di grandezza di molto superiore rispetto ai livelli del 2020/2021.

Il documento intende offrire una sintetica ed esauriente panoramica degli esiti dell’attività di intelligence e di analisi delle informazioni, raccolte con strumenti convenzionali e in ambiente classificato, finalizzate a tutelare la sicurezza della Repubblica e a proteggerne gli interessi politici, militari, economici, scientifici e industriali a fronte di uno scenario della minaccia assai fluido e contraddistinto da continue evoluzioni.

Il conflitto russo-ucraino e i collegati sconvolgimenti internazionali, tra cui l’utilizzo dell’energia come arma da parte di Mosca, hanno determinato un’estrema volatilità dei prezzi delle commodity energetiche nel corso dell’anno passato, impattando a livello nazionale, in primis, le realtà produttive appartenenti ai settori energivori e gasivori”, si legge nel Rapporto.

Gli aspetti più critici della sicurezza energetica nazionale

Sul piano industriale, i settori richiamati producono circa 340 miliardi di euro di valore aggiunto (il 20% del PIL nazionale) e occupano 5 milioni di persone (il 25% del totale dei lavoratori).

A livello aggregato, è sottolineato nel testo, “questi segmenti sono riconducibili ad ambiti strategici quali manifatturiero (agroalimentare, siderurgia e chimica), dei trasporti, delle costruzioni e della gestione dei rifiuti”.

Il perdurare e/o l’intensificarsi della crisi energetica potrebbe rendere più critica la situazione nel tempo: “Da un lato, impatterebbe il Centro-Nord sui piani occupazionale e della continuità aziendale in ragione di una maggiore concentrazione del tessuto imprenditoriale energivoro, dall’altro, anche il Centro-Sud, su nuclei familiari e piccole realtà industriali, considerati i più bassi livelli reddituali e di concentrazione industriale”.

In termini di sicurezza energetica nazionale, hanno assunto rilievo informativo i fattori suscettibili di rallentare il dispiegamento degli effetti delle politiche nazionali, “come i tentativi di Paesi terzi e/o di operatori internazionali di accaparrarsi, anche con il ricorso a modalità asimmetriche/non convenzionali, i flussi di materie prime energetiche destinati all’Italia, nonché le forniture internazionali di impianti/attrezzature fondamentali per la diversificazione infrastrutturale”.

Giornalista

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