XIV edizione della Conferenza annuale MAECI – Banca d’Italia dal titolo “La transizione necessaria: il futuro dell’energia, tra geopolitica e crescita sostenibile”. Il Governatore della Banca d’Italia, nel suo intervento, ha sottolineato la centralità delle fonti rinnovabili nella transizione in corso e il pericolo di nuovi “marcati rincari” di gas, petrolio e altre risorse energetiche, che non è cessato ancora.
Conferenza annuale MAECI – Banca d’Italia. L’intervento di Ignazio Visco
Oggi alla Farnesina si è tenuta la quattordicesima edizione della Conferenza annuale MAECI – Banca d’Italia, sul tema “La transizione necessaria: il futuro dell’energia, tra geopolitica e crescita sostenibile“.
Nel suo intervento il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha posto l’accento su diversi elementi critici del momento storico, tra cui il quadro geopolitico attuale, la guerra in Ucraina, le tensioni tra superpotenze e i riflessi che tutto questo ha sul mercato dell’energia europeo e italiano.
Parlando di transizione climatica, Visco ha affermato che questa “richiede un’intelligente sinergia fra l’azione pubblica e quella privata: un insieme coerente di interventi che comprenda incentivi, regole, investimenti collettivi. Per accrescere il contributo dell’energia rinnovabile, è più importante che mai rimuovere gli ostacoli indebiti alla produzione, sostenere l’investimento nello stoccaggio e nella trasmissione dell’elettricità, orientare le scelte delle famiglie e delle imprese – ha aggiunto il Governatore – con un sistema coerente di incentivi, inclusi i segnali forniti dal sistema dei prezzi che – pur smussando punte temporanee ed eccezionali – non vanno del tutto cancellati. Chi è in difficoltà va aiutato, anche a intraprendere il cammino verso risparmi di energia ed energie alternative”.
Relativamente al mercato dell’energia, “se, da un lato, aumentano i costi di produzione delle imprese e si riduce il potere d’acquisto delle famiglie, dall’altro gli interventi di sollievo per chi è maggiormente colpito e la necessaria risposta volta ad accrescere nell’immediato la diversificazione delle fonti di energia rischiano di rallentare il perseguimento dell’obiettivo di una rapida transizione verso le energie rinnovabili”, ha spiegato Visco.
Tensioni geopolitiche e catene di approvvigionamento
Le crescenti tensioni internazionali rischiano di riproporre nuove divisioni del mondo in blocchi contrapposti e secondo Visco questo “danneggerebbe seriamente la nostra capacità di affrontare i grandi problemi globali, dal cambiamento climatico agli squilibri demografici, dalla povertà estrema alle pandemie”.
In Europa l’inflazione è principalmente il risultato di shock da offerta: “alle pressioni sui prezzi, già registrate nel 2021 anche a causa delle strozzature nelle catene globali del valore, si sono aggiunti i rincari energetici determinati dalle crescenti tensioni geopolitiche, culminate con l’invasione dell’Ucraina”, ha continuato il Governatore.
Volatilità dei prezzi
Oltre ai rincari, però, “si è assistito a un significativo incremento della volatilità alimentato soprattutto dalla dinamica del prezzo del gas, cresciuto drasticamente, fino al picco di quasi 350 euro per megawattora toccato la scorsa estate, per poi iniziare a calare, fino a scendere al di sotto dei 50 euro, su valori comunque ancora pari a circa tre volte quelli prevalenti alla vigilia della pandemia. La diminuzione è stata favorita dalla ricostituzione delle scorte e dalla riduzione dei consumi in un inverno fortunatamente mite”, ha sottolineato il Governatore nel suo intervento.
Secondo Visco, infine, “l’incertezza sulle forniture rimane tuttavia elevata e non si può escludere che ulteriori sviluppi negativi di natura geopolitica possano determinare nuovi, marcati, rincari, oltre che per il gas naturale, per il petrolio e suoi derivati”.