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Energia ed esigenze climatiche al centro del nuovo PNACC

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Con il cambiamento climatico cresce la quantità di energia elettrica dissipata. A causa del calore, infatti, i cavi e le reti diventano meno resilienti, e anche il fabbisogno idrico cambia. Nel PNACC, pubblicato dal MASE, si fa riferimento ad una pluralità di fenomeni atmosferici più o meno gravi, in grado di destabilizzare i sistemi di generazione e distribuzione elettrica nazionali. Lo scopo è fornire un rapporto utile a delineare il quadro normativo, sia su scala regionale, sia locale, adeguato alle nuove esigenze determinate dall’aumento delle temperature.

Il capitolo “ENERGIA” del PNACC

All’energia è dedicato un intero capitolo del nuovo Piano Nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (PNACC) approvato e pubblicato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. Si tratta di uno strumento fondamentale per acquisire maggiore consapevolezza della situazione climatica in cui verte il Paese, nonché di un rapporto utile a delineare il quadro normativo adeguato alle nuove esigenze, sia su scala regionale, sia locale.

LEGGI IL DOCUMENTO

Relazione tra clima ed energia

Secondo il rapporto del Ministero, la principale relazione tra cambiamenti climatici ed energia è direttamente proporzionale all’innalzamento delle temperature medie, con ripercussioni palpabili sulla domanda e l’offerta di elettricità. Il caldo percepito determina, infatti, un aumento dei consumi di energia elettrica nel periodo estivo (a causa della maggiore richiesta di raffrescamento), e al tempo stesso un calo della domanda nel periodo invernale (per riscaldare gli ambienti). Ma non solo. Con l’aumento delle temperature cresce la quantità di energia elettrica dissipata, i cavi diventano meno resilienti e cambia il fabbisogno idrico. È evidente, quindi, come il concetto di cambiamento climatico non si riduca più alla sola questione ambientale, ma si riferisca ormai ad un fenomeno molto più vasto, in grado di destabilizzare completamente i sistemi di generazione e distribuzione elettrica nazionali.

Produzione idroelettrica

In relazione alla produzione di energia elettrica, il tendenziale incremento dell’intensità e della frequenza degli eventi estremi di precipitazione, può incidere direttamente sulla produzione idroelettrica. In tal senso un fattore di enorme rilevanza è la variabilità delle precipitazioni e l’aumento della frequenza dei periodi di siccità con conseguenti problemi dal punto di vista gestionale, soprattutto se alcuni invasi dovessero essere chiusi per la mancanza di condizioni economiche per il loro sfruttamento. Tale impatto è direttamente correlato alla fusione dei ghiacciai in atto ed alla conseguente variazione del regime dei corsi d’acqua da questi alimentati.

Produzione termoelettrica

L’aumento della temperatura incide inevitabilmente anche sul settore della produzione termoelettrica, in termini di fabbisogno idrico del settore per il raffreddamento degli impianti. Inoltre, si legge nel PNACC “le variazioni climatiche attese sul nostro territorio potranno innalzare, in dipendenza della particolare posizione geografica, la temperatura dell’acqua di raffreddamento in ingresso agli impianti, sia essa di origine marina oppure fluviale”.

L’impatto su cavi e reti elettriche

Gli impatti potenziali più significativi dei cambiamenti climatici sul funzionamento delle reti elettriche saranno quelli dovuti all’aumento delle temperature e ai fenomeni di siccità. L’aumento della temperatura determina infatti un aumento della resistenza dei cavi, e quindi delle perdite di trasmissione, e rende più difficile la dissipazione del calore prodotto. Per ogni grado di aumento della temperatura, la capacità dei trasformatori può ridursi fino all’1%, mentre la resistenza dei cavi di rame aumenta all’incirca dello 0.4%. Nel complesso la capacità di una rete si riduce dell’1% circa per ogni grado centigrado di aumento della temperatura. Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, in una rete con perdite iniziali dell’8%, le perdite possono aumentare dell’1% se la temperatura cresce di 3°C. Per i cavi aerei, con l’aumento delle temperature minime si riduce l’effetto positivo delle basse temperature rispetto allo smaltimento del calore prodotto. Anche per i cavi sotterranei, la capacità di trasporto diminuisce con l’aumento delle temperature e con la riduzione dell’umidità del suolo ed è quindi influenzata dagli episodi di siccità. 

L’istituzione di un Osservatorio nazionale

Lo step successivo alla pubblicazione del PNACC sarà l’istituzione di un Osservatorio nazionale (composto dai rappresentanti delle Regioni e delle rappresentanze locali), per l’individuazione delle priorità territoriali e settoriali, nonché per il monitoraggio dell’efficacia delle azioni di adattamento che verranno implementate. Si tratta di una struttura permanente di governance, con funzioni di indirizzo e coordinamento. Nello specifico l’Osservatorio dovrà:

  • curare l’aggiornamento periodico del PNACC;
  • aggiornare nel tempo le azioni di adattamento individuate dal PNACC e le relative priorità di intervento;
  • individuare le specifiche fonti di finanziamento per l’attuazione delle azioni individuate dal PNACC fornendo indirizzi per il loro utilizzo e proposte di coordinamento e integrazione tra strumenti di pianificazione e programmazione nazionali e regionali;
  • curare le attività di monitoraggio, reporting e valutazione;
  • valutare la coerenza con le previsioni del PNACC di eventuali proposte presentate dalle Regioni, dagli Enti Locali o altri Enti pubblici.

È prevista anche la creazione di un Forum permanente, per la promozione dell’informazione, della formazione, e della capacità decisionale dei cittadini e dei portatori di interesse.