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Decreto Ambiente, stop alle concessioni per petrolio e carbone. “Si” all’estrazione del gas in prossimità delle coste. La bozza

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Il nuovo Decreto del Mase, a breve in Consiglio dei Ministri, introduce nuovi limiti alle concessioni per l’esplorazione e la produzione di petrolio, carbone e condensati in Italia. Tra gli obiettivi impatto ambientale e sicurezza energetica, ma il provvedimento consente l’estrazione di gas in prossimità delle coste italiane (finora vietata).

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Stop alle concessioni

Stop alle concessioni per l’esplorazione e la produzione di petrolio e condensati in Italia. La nuova bozza in circolazione del cosiddetto “Decreto Ambiente”, che dovrebbe sostituire l’ormai obsoleto Testo Unico n.152 del 2006, introduce nuovi divieti per le attività di estrazione di combustibili fossili, adducendo motivazioni ambientali e di sicurezza energetica.

L’estrazione del gas

Più nel dettaglio, il provvedimento, che verrà portato in Cdm entro fine settembre, fa un distinzione tra le operazioni già approvate e quelle al varo delle Istituzioni, mostrando un’apertura particolare nei confronti dell’estrazione del gas. In linea con il Piano Mattei e la predisposizione governativa alla progressiva rigassificazione del Paese, la misura mette paletti ben precisi per idrocarburi e carbone, favorendo invece l’apertura verso gas naturale e fonti di energia rinnovabile.  

Sfruttare 500 milioni di metri cubi di gas

L’obiettivo del nuovo regolamento è quello di proteggere l’ambiente garantendo al tempo stesso la sicurezza degli approvvigionamenti, si legge nella bozza. Tuttavia, si prevede che, qualora sia stata già presentata la richiesta di autorizzazione, l’estrazione del gas sarà consentita anche in prossimità delle coste italiane, con impatti ambientali discutibili. La regola vigente, invece, prevede che in Italia l’esplorazione e la produzione di gas siano vietate se un giacimento è situato a meno di 12 miglia (19 km) dalla costa. Tale norma ha finora bloccato l’esplorazione nell’Alto Adriatico, dove secondo gli esperti potrebbero esserci volumi importanti di gas. Attualmente le potenzialità dei giacimenti è stimata in oltre 500 milioni di metri cubi.

Le proroghe delle concessioni per il petrolio

Ma l’estrazione del gas nelle coste nostrane non è l’unica contraddizione del Dl Ambiente. Infatti, sebbene il petrolio e la relativa estrazione, coerentemente con quelli che sono gli ambiziosi obiettivi PNIEC divulgati, siano stati definiti acerrimi nemici della transizione energetica, il decreto contempla anche proroghe delle concessioni di coltivazione di idrocarburi.

Nel rilascio delle medesime, però, l’amministrazione competente dovrà tener conto anche delle riserve e del potenziale minerario ancora da produrre e dei tempi necessari per completare la produzione delle riserve fino alla durata di vita utile del giacimento. Inoltre, verrà presa in considerazione l’area in concessione effettivamente funzionale all’attività di produzione e di ricerca e sviluppo ancora da svolgere, con riperimetrazione delle aree non più funzionali in tal senso.

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