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DDL incentivi, un primo passo verso le CER?

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Con 134 voti favorevoli è stato approvato in Senato il ddl incentivi. Nell’attesa che anche la Camera approvi il provvedimento che delega il Governo in materia di revisione del sistema degli incentivi alle imprese, identificando, budget da destinare al servizio, principi e criteri, si apre il countdown per il Decreto CER.

L’approvazione in Senato

500.000 euro per l’anno 2023, 1 milione di euro per l’anno 2024 e 1 milione di euro per l’anno 2025. Sono i fondi che il Decreto Incentivi, approvato in Senato con 134 voti favorevoli, stanzia al fine di accelerare e migliorare la qualità dell’intervento pubblico sin dalla fase della sua progettazione, anche mediante soluzioni tecnologiche basate sull’intelligenza artificiale idonee ad orientare l’individuazione di ambiti e modalità. In parole semplici, si tratta del provvedimento che delega il Governo in materia di revisione del sistema degli incentivi alle imprese, identificando, oltre al budget, principi e criteri, in coordinamento con l’ attività e l’autonomia programmatica regionale. Tra le misure previste dalla normativa un’attenzione particolare è rivolta alla sostenibilità, all’efficientamento energetico e al sempre maggiore ricorso alle fonti rinnovabili.

Gli incentivi per le Comunità Energetiche Rinnovabili

Saranno i principi fissati con la presente normativa a determinare le modalità di erogazione delle agevolazioni per la realizzazione di nuove Comunità Energetiche Rinnovabili? Chi può dirlo. Secondo il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, un apposito provvedimento sarà emanato a breve.  

Nel 2021 agevolazioni per €146 miliardi

Secondo dati ufficiali, nel 2021 l’ammontare di agevolazioni complessivamente concesso è risultato pari a 146 miliardi di euro. Più nel dettaglio sono stati registrati 1.982 interventi, di cui 1.638 gestiti dalle amministrazioni regionali, 198 gestiti dalle amministrazioni centrali dello Stato, 81 gestiti dall’Agenzia dell’entrate e 65 interventi a garanzia (gestiti dal Fondo di garanzia per le PMI, da SACE S.p.A. e da amministrazioni locali). Una frammentazione che il nuovo ddl punta a ridurre, anche attraverso una maggiore complementarietà Stato-Regioni.

I criteri stabiliti dal nuovo decreto

Il Decreto stabilisce princìpi e criteri direttivi generali a cui il Governo dovrà attenersi nell’esercizio della delega. La ricognizione e la sistematizzazione delle misure di incentivazione deve infatti avvenire sulla base di criteri che tengano conto degli ambiti o delle finalità, quali il sostegno agli investimenti, alla ricerca, allo sviluppo, al lavoro, all’occupazione, alla riqualificazione professionale dei lavoratori, alla formazione e all’innovazione e alla sostenibilità ambientale, nonché la facilitazione nell’accesso al credito da parte delle imprese. Il tutto favorendo la compartecipazione finanziaria delle regioni, nel rispetto dei principi della complementarità e della massima incentivazione complessiva. 

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