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Come cambia il DL Materie prime critiche

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Respinti gli emendamenti riguardanti l’istituzione di nuovi fondi, mentre sono in discussione le modifiche inerenti il riconoscimento dei progetti strategici di estrazione, trasformazione e riciclaggio, il rilascio dei titoli abilitativi, nonchè lo spazio dedicato ai RAEE, le concessioni geotermiche e la governance del Comitato tecnico. Ecco in che direzione vanno le modifiche al DL Materie prime critiche.

L’attività della Commissione Attività Produttive

Sono numerosi gli emendamenti presentati al DL Materie prime critiche in discussione in questi giorni  alla Camera. La Commissione Attività produttive è, infatti, alle prese con le richieste della maggioranza, riguardanti soprattutto le procedure autorizzative contemplate dal nuovo provvedimento. 

Gli emendamenti respinti

Tra le correzioni apportate alcune sono però sono state ritenute inammissibili dalla Commissione. Più nel dettaglio, le proposte emendative respinte in sede di riesame sono per lo più relative a fondi per la formazione e per la progettazione, considerati estranei alla materia: 

  • l’istituzione di un fondo con una dotazione di 50 milioni di euro per il triennio 2024-2026, finalizzato a sostenere l’ecodesign e la progettazione dei prodotti (Pavanelli);
  • le disposizioni per promuovere progetti innovativi finalizzati all’ecodesign e all’ecoprogettazione dei prodotti che ne favoriscano il disassemblaggio e l’allungamento di vita (Pavanelli);
  • l’intervento in materia di sportello unico per le attività produttive  (Matone);
  • le disposizioni sulla coltivazione delle risorse geotermiche per uso geotermoelettrico anche in aree termali (Andreuzza, Benzoni e Gnassi);
  • le disposizioni relative all’indice di riparabilità degli elettrodomestici ad uso civile (Pavanelli);
  • lo stanziamento di 30 milioni di euro l’anno per il triennio 2024-2026 per promuovere formazione e competenze in ambito minerario e geologico;
  • l’istituzione di un credito d’imposta a favore delle imprese minerarie per la riqualificazione e la formazione del personale dipendente;
  • l’artico interviene in materia di operatività dei confidi, ed è peraltro irriferibile.

Progetti strategici, le modifiche all’articolo 2

Tra le modifiche proposte vanno annoverate quelle all’articolo 2 del decreto, contenente norme per il riconoscimento dei progetti strategici di estrazione, trasformazione o riciclaggio di materie prime in Italia. Nello specifico, la misura prevede tempi definiti per la valutazione di eventuali ostacoli e dispone l’attribuzione della qualifica di “progetti di interesse pubblico nazionale”. Secondo la formulazione iniziale del provvedimento, la domanda di riconoscimento va presentata alla Commissione Ue. I correttivi si muovono invece in direzione diversa, escludendo il veto di Bruxelles. In particolare i forzisti, sostenuti da Azione, propongono di aggiungere un articolo 2-bis per riconoscere progetti di estrazione in quelli di interesse strategico nazionale. Tali progetti saranno individuati tramite decreto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy  di concerto con il Ministero dell’Ambiente e d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni. Un’altra proposta della Lega prevede poi di far rientrare in tale gruppo anche i progetti di estrazione, trasformazione o riciclaggio del calcare per uso industriale.

Come cambierebbero le procedure autorizzative

Numerosi gli interventi anche sull’articolo 3, che istituisce presso il MASE un “punto unico di contatto” per il rilascio dei titoli abilitativi alla realizzazione di progetti strategici di estrazione di materie prime critiche strategiche. Inoltre, l’articolo definisce le modalità di presentazione ed i termini massimi di rilascio della domanda di autorizzazione dei progetti strategici, nonché eventuali deroghe temporali alle stesse.

Nel caso specifico, il Carroccio ha proposto l’applicazione delle disposizioni anche agli interventi di “landfill mining”, fornendo una definizione di tale attività. Forza Italia chiede invece più spazio per i RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), includendoli nel punto di contatto responsabile delle autorizzazioni di progetti strategici di riciclaggio delle materie prime critiche strategiche. Al tema sono dedicati anche altri due emendamenti di maggioranza. In sintesi, questi ultimi, chiedono di introdurre nel Decreto norme per favorire il recupero di materie prime critiche dai Raee.

Trasformazione delle materie prime critiche

L’articolo 6 del Dl  istituisce presso il Ministero delle imprese e del made in Italy il Comitato tecnico permanente materie prime critiche e strategiche, cui sono affidati compiti di monitoraggio economico, tecnico e strategico delle catene di approvvigionamento delle materie prime critiche e strategiche, oltre a funzioni di coordinamento in materia. Tale organo ha quindi il compito, tra gli altri, di facilitare i promotori dei progetti in tutte le diverse fasi della catena del valore, vale a dire l’estrazione, la trasformazione e il riciclo. La richiesta che arriva dai gruppi di centro destra è chiara: includere tra le diverse fasi anche la raffinazione.

Sempre relativamente al Comitato, sono diversi gli emendamenti che puntano a rivedere la governance dello stesso. In particolare si chiede che alle sedute partecipino, almeno a cadenza bimestrale, gli esponenti delle imprese più rappresentative. Altri due emendamenti, presentati da FdI e M5S, suggeriscono di prevedere la partecipazione alle sedute del comitato di 3 rappresentanti della Conferenza unificata, anziché i 2 previsti dal decreto.

Fine vita dei pannelli FV incentivati

Un emendamento FdI  indica di aggiungere al decreto un passaggio relativo alle norme in materia di corretta gestione del fine vita dei pannelli FV incentivati. La proposta consiste nella proroga a fine anno dei termini per l’adesione da parte dei soggetti responsabili degli impianti FV incentivati in Conto Energia a un sistema collettivo per i pannelli a fine vita, dando quindi 6 mesi di tempo in più rispetto alla scadenza, già superata, prevista per il 30 giugno. In base all’emendamento, dal 1° gennaio 2025 le comunicazioni al Gse possono essere inviate nell’ambito di due finestre temporali annuali di durata pari a 60 giorni.

Concessioni geotermiche

Prevedere “la coltivazione delle risorse geotermiche per uso geotermoelettrico anche in aree termali, con esclusione di quelle aree sulle quali già insistono concessioni minerarie per acque minerali e termali e delle aree confinanti con le stesse, per le quali si ravvisi il rischio di sensibili alterazioni delle caratteristiche idrogeologiche proprie dei livelli acquiferi interessati dall’estrazione”. È il fulcro della proposta che vede concordi Lega, Azione e PD.

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