Tra la prossima estate e l’inizio dell’autunno 2023 l’Arera mette in guardia sui possibili nuovi rincari delle bollette energetiche per le famiglie italiane. I consigli del Presidente Besseghini per fare in modo che gli aiuti promessi dal Governo per il prossimo inverno siano realmente efficaci.
La doccia fredda
Doccia fredda per i consumatori italiani. Per il terzo trimestre del 2023, quindi per la parte finale della primavera e tutta l’estate prossima, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera) ha comunicato la possibilità di un aumento generalizzato delle tariffe di luce e gas.
Questo si traduce in un nuovo possibile aumento della bolletta della luce di circa il 25% e del 15% per quella del gas.
I numeri sono stati indicati dall’Autorità nella memoria depositata presso le commissioni Finanze e Affari sociali, in occasione dell’audizione del presidente dell’Arera, Stefano Besseghini, sul decreto Bollette.
In molti rimarranno delusi da questo cambiamento drastico, soprattutto alla lue di un trend di calo progressivo e costante delle nostre bollette energetiche. Ma è pur verso che in molti avevano messo in guardia da facili ottimismi e dalla corsa ad intestarsi questi risultati, che erano e dovevano essere considerati come “parziali”.
E puntuale è arrivata la doccia fredda.
Gli aumenti in bolletta di luce e gas
La luce, secondo quanto riportato da La Repubblica, dovrebbe aumentare inizialmente solo del 10% nel prossimo trimestre, per poi raggiungere un +25% all’inizio del quarto trimestre 2023.
Stessa dinamica per il prezzo del gas, che prima crescerà leggermente del 5%, per poi a fine periodo salire in maniera più decisa del 15%, rispetto alle quotazioni del trimestre in corso.
Si spera inoltre che i rialzi si fermino qui, perché a leggere quanto riportato dal quotidiano sembra proprio che il pericolo di nuovi ulteriori rincari non sia del tutto scongiurato.
D’altronde, in molti avevano spiegato che il trend positivo delle nostre bollette energetiche (cioè la tendenza alla diminuzione degli importi) poteva essere solo un abbaglio, troppe infatti sono le variabili in gioco, tra cui anche la capacità di questo Governo di portare avanti i piani di decarbonizzazione (che consentono un ricorso ridotto ai combustibili fossili).
Gli aiuti del Governo, una questione di tempistica (oltre che di risorse)
Riguardo poi la norma che prevede aiuti alle famiglie nel caso in cui il prezzo medio mensile del gas all’ingrosso dovesse superare i 45 euro al megawattora: “L’orizzonte della misura limitato al solo trimestre ottobre-dicembre 2023 presenta criticità sotto il profilo sia della protezione dei consumatori nell’intero periodo invernale 2023/24, dato che eventuali prezzi elevati del gas nei mesi tra gennaio e marzo 2024 non darebbero luogo al contributo previsto, sia per il rapporto benefici/costi dell’implementazione della misura che richiede importanti aggiustamenti dei sistemi informativi dei venditori“.
La norma in questione potrebbe riguardare oltre 18 milioni di utenze (pari a 23,5 milioni di clienti domestici residenti meno circa 5 milioni di titolari di bonus sociale).
Besseghini, a riguardo, ha suggerito di fare molta attenzione alla tempistica: “Affinché sia concesso agli operatori il tempo tecnico necessario per rendere il contributo efficace già dal primo mese di attuazione, è essenziale che il previsto decreto del Ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle finanze, sia effettivamente adottato quanto prima”.