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Ue: obiettivo sostenibilità, anche in un contesto di policrisi

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Ancorare l’ambiente, il clima e la sostenibilità alle priorità strategiche dell’Ue è la chiave del successo secondo il Report EEA “Prospettive della transizione sostenibile in Europa. Agire a breve termine, pensare a lungo termine”.

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Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta

La visione dell’UE di “vivere bene entro i limiti del nostro pianeta” è un obiettivo apparentemente semplice, ma che richiede cambiamenti profondi e complessi a livello politico, soprattutto nell’attuale contesto di policrisi.

La convergenza di diverse tipologie di crisi, da quelle economiche a quelle sociali, da quelle geopolitiche a quelle ambientali determina la situazione attuale definita di policrisi.
La policrisi, a sua volta, causa ritardi nell’attuazione di una politica rivolta all’ambiente e la mancanza di equilibrio tra le risposte da dare nel breve termine e gli obiettivi di sostenibilità a lungo termine.

È quanto emerge dal report dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) “Europe’s sustainability transitions outlook. Short-term action, long-term thinking” che evidenzia gli sforzi che devono compiere i Governi europei nel breve termine avendo però una prospettiva a lungo raggio in termini di sostenibilità ambientale.

Sicurezza, competitività, equità: superare la policrisi

Come possono quindi i 27 mantenere l’obiettivo della sostenibilità nonostante le crisi da affrontare?

La risposta pubblicata dall’EEA nel rapporto sottolinea che ciò è possibile solo ancorando le politiche economiche e sociali agli obiettivi climatici e ambientali.
Per far ciò diventa prioritario integrare la resilienza ecologica con tre concetti: sicurezza, competitività ed equità.

Nel report, la sicurezza è intesa in termini di difesa militare. L’Ue ha già istituito strumenti che collegano la sicurezza con la sostenibilità, con il potenziale di ridurre la migrazione legata al clima e con la dipendenza dai combustibili fossili. Ma non sono sufficienti, specifica l’EEA.
La competitività e l’equità hanno un connotato più specifico.

La competitività economica

La competitività riguarda un aspetto economico, un approccio al benessere contrapposto al pensiero orientato sul PIL.

L’Agenzia europea per l’Ambiente evidenzia infatti i benefici collaterali derivanti dall’investimento nel clima, nella salute e nella protezione della natura, in modo sostenibile.
Definisce, inoltre, l’importanza di rendere il clima e l’ambiente parti essenziali del bilancio dell’Ue.

L’Ue ha la possibilità di guidare le innovazioni e le tecnologie verdi, rafforzando i legami economici in tutto il mondo. Tuttavia, l’attenzione alle tecnologie solleva interrogativi sulla sostenibilità a lungo termine, soprattutto quando si tratta di ridurre l’inquinamento e proteggere e ripristinare la natura.
Purtroppo, le disposizioni ambientali sono spesso considerate oneri, e non opportunità.

Equità vs disuguaglianza

Il termine equità può essere sovrapposto al termine giustizia. È infatti necessaria, secondo l’EEA, una maggiore integrazione tra giustizia e obiettivi ambientali.
Ancora una volta, si legge nel report: “L’Ue ha istituito strumenti per una transizione giusta, ma resta ancora molto da fare”, in primis a livello sanitario, sfruttando il nesso salute-ambiente.

Promuovere l’equità è quindi essenziale per compiere progressi verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) per il 2030 e verso l’ottavo Programma di Azione per l’Ambiente (PPA), per il quale l’EEA specifica che 20 dei 28 indicatori principali non sono sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi (5 molto improbabili e 15 improbabili).

Indicatori 8° PAA

Ciò indica limitati progressi nel campo della biodiversità, degli ecosistemi e dell’economia circolare.

I sistemi socioeconomici dell’Europa e il benessere dei suoi cittadini dipendono da un ambiente naturale e sano, da un clima stabile e da un uso sostenibile delle risorse a lungo termine.

L’Ue si trova ad affrontare notevoli tensioni tra rischi e opportunità nella sua transizione verso la sostenibilità. Il passaggio alla decarbonizzazione e a un’economia a zero emissioni è fondamentale, ma l’Europa è in ritardo rispetto all’Asia e agli Stati Uniti nelle tecnologie digitali.

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