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Ue, diminuiscono le emissioni di inquinanti

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Una valutazione dell’Agenzia europea per l’Ambiente definisce ottimi i risultati raggiunti sul biossido di zolfo e ancora molto alti, invece, i livelli di ammoniaca presenti nell’aria. Basse le emissioni italiane, ma gli sforzi futuri devono essere maggiori.

Il documento EEA

Nel 2022, 16 dei 27 Stati membri hanno rispettato gli impegni nazionali di riduzione delle emissioni di inquinanti atmosferici per il periodo 2020-2029. È quanto emerso dalla valutazione dell’Agenzia europea per l’Ambiente “Air pollution in Europe: 2024 reporting status under the National Emission reduction Commitments Directive” sull’inquinamento atmosferico.

Il documento EEA prende in considerazione i dati comunicati dai Paesi Ue a giugno 2024 in riferimento alle emissioni del 2022 e ricorda quanto gli inquinanti atmosferici abbiano impatti negativi significativi sulla salute umana e sull’ambiente.

L’Agenzia europea per l’Ambiente, dopo aver analizzato i dati, ha descritto i progressi compiuti sulla riduzione delle emissioni dei cinque principali inquinanti atmosferici disciplinati dalla direttiva Ue 2016/2284 sugli impegni nazionali di riduzione delle emissioni (NEC) per il periodo 2020-2029. Ha inoltre definito i progressi fatti e le prospettive future, inclusi gli impegni che si applicheranno dal 2030 in poi.

Gli impegni nazionali di riduzione delle emissioni

Ossidi di azoto, composti organici volatili non metanici, ammoniaca, biossido di zolfo e particolato fine sono gli inquinanti le cui emissioni sono oggetto di monitoraggio da parte dell’Ue.
Ai sensi della direttiva 2016/2284, gli Stati Membri sono tenuti a rispettare gli impegni nazionali per ridurre le emissioni di tutti e cinque gli elementi atmosferici per fornire aria pulita per la salute umana e l’ambiente.

Secondo l’Agenzia 16 Stati Membri hanno rispettato gli impegni previsti, i rimanenti 11 non hanno invece raggiunto i livelli preannunciati per almeno uno dei cinque inquinanti.

L’Italia si colloca tra i 22 Stati che hanno correttamente adempiuto agli standard previsti dalla direttiva Ue, ma quanto fatto finora non è sufficiente per adempiere agli obiettivi del 2030 per la riduzione dei composti organici volatili non metallici (per i quali ha un gap dell’8,7%), per gli ossidi di azoto (22,64%) e per il particolato fine (23,84%).

Biossido di zolfo e ammoniaca: risultati contrastanti

Positivi i risultati raggiunti per il biossido di zolfo, per il quale 22 Stati hanno già raggiunto l’obiettivo prefissato per il 2030.

Negativa la situazione legata alla riduzione delle emissioni di ammoniaca. Ben 9 Stati membri nel 2022 avrebbero dovuto diminuire ulteriormente i livelli di emissione, per rispettare gli impegni di riduzione 2020-2029. In alcuni di essi la riduzione non è stata significativa, in altri, i livelli di emissione sono addirittura aumentati.

La fonte principale di emissioni di ammoniaca è dovuta al settore agricolo, che da solo è responsabile del 93% delle emissioni totali.

L’Annual European Union emission inventory report

Contestualmente alla valutazione sull’inquinamento atmosferico, l’Agenzia europea per l’Ambiente ha pubblicato l’Annual European Union emission inventory report 1990-2022, ai sensi della Convenzione sull’inquinamento atmosferico transfrontaliero a lungo raggio della Commissione economica per l’Europa.

Secondo il report l’emissione dei principali inquinanti atmosferici è diminuita con costanza a partire dal 2005, soprattutto, ancora una volta, la riduzione di biossido di zolfo, la cui emissione nel 2022 è stata dell’81% inferiore rispetto ai livelli del 2005.

Raggiungere i valori previsti a partire dal 2030 sarà una sfida significativa per tutti i Paesi dell’UE e per quasi tutti gli inquinanti atmosferici, perché la riduzione delle emissioni si sta via via stabilizzando.

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