Batterie, terre rare e incentivi economici all’industria green, al centro del Green Deal Industrial Plan europeo. La presidente Ursula Von der Leyen parlando al Parlamento Europeo ha chiarito le prossime tappe legislative e gli ambiziosi obiettivi dell’Unione al 2030.
Il dialogo tra USA e UE
“C’è una sorprendente simmetria tra l’Inflation Reduction Act statunitense e il Green Deal europeo. Entrambi includono finanziamenti per una giusta transizione. Ed entrambi includono standard normativi”. Lo ha riferito il presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen, in occasione della plenaria del Parlamento Europeo, durante la quale ha ribadito la direzione intrapresa dall’Unione Europea in tema di transizione energetica e rinnovabili, annunciando una rinnovata intesa bilaterale con il Governo Biden in merito alle questioni riguardanti veicoli elettrici, case automobilistiche e materie prime critiche essenziali per le batterie dell’e-mobility.
L’accordo sui veicoli elettrici
Il Green Deal Industrial Plan è la risposta europea alle misure introdotte dall’Inflation Reduction Act (IRA) dell’amministrazione Biden (il piano di incentivi governativi a favore della produzione di tecnologie pulite) e alle possibili ripercussioni che queste ultime potrebbero avere sul mercato europeo del settore energetico e dell’automotive. Bruxelles sta lavorando ai propri incentivi già da mesi per tutelare produttori e tecnologie. Il tavolo di trattative aperto con Washington rientra in tale contesto.
Più nello specifico, l’accordo interessa i produttori europei che esportano minerali critici utilizzati per le batterie dei veicoli elettrici. L’ obiettivo è consentire alle case automobilistiche europee di accedere alle agevolazioni fiscali statunitensi e garantire che le materie prime critiche per le batterie dei veicoli elettrici, estratte o lavorate nell’Unione Europea, siano trattate come se provenissero dagli Stati Uniti. In tal modo verrebbero assicurate all’Europa solide catene di approvvigionamento per le batterie, anche attraverso l’accesso al mercato statunitense.
Trasparenza degli incentivi per l’industria delle tecnologie pulite
La Von der Leyen ha poi chiarito che la maggior parte del lavoro da svolgere per accelerare il percorso di transizione intrapreso spetta all’Europa. “Noi europei dobbiamo migliorare nel coltivare la nostra industria delle tecnologie pulite. Occorre velocizzare e semplificare le procedure. E dobbiamo garantire un migliore accesso alle finanze pubbliche e private” ha riferito in Parlamento.
La Titolare della Commissione ha voluto evidenziare come lo scorso anno gli investimenti globali nella transizione pulita e in tecnologie net-zero abbiano superato i mille miliardi di dollari, il 30% in più rispetto all’anno precedente. Un mercato destinato a triplicare entro il 2030. Il concetto ribadito e che i singoli Stati membri dovrebbero interpretare ormai alla stregua di un diktat, è agire insieme e supportare l’industria dell’energia pulita per creare nuovi posti di lavoro e garantire l’accesso a soluzioni pulite.
Net-Zero Industry Act
Il Net-Zero Industry Act e il Critical Raw Materials Act rappresentano il cuore del Green Deal Industrial Plan. La Commissione Europea lavorerà ad entrambi questa settimana.
Il Net-Zero Industry Act serve a tenere alta l’ambizione favorendo semplificazioni e finanziamenti. Entro il 2030, l’Europa si propone di produrre almeno il 40% della tecnologia pulita necessaria.
Critical Raw Materials Act
Con il Critical Raw Materials Act, si vuole invece garantire la fornitura di materiali critici, assolutamente necessari per la transizione digitale e verde. Questi minerali alimentano dispositivi elettronici di ogni tipologia: telefoni, veicoli elettrici, chip e batterie, pannelli solari e turbine eoliche. Si prevede che, dati gli alti volumi di consumo, la domanda di materie prime critiche aumenterà drasticamente nei prossimi anni e decenni. Attualmente l’UE ottiene il 98% della fornitura di materie critiche strategiche e il 93% del nostro magnesio dalla Cina.
Il Critical Raw Materials Act sosterrà dunque gli sforzi delle aziende europee, affinchè vengano estratti più minerali in Europa. “Vogliamo aumentare la nostra capacità di lavorazione fino ad almeno il 40% del consumo annuo. E, naturalmente, dobbiamo riciclare di più. Questo è il futuro” ha affermato la Presidentessa.
.