Al Consiglio Energia di Lussemburgo è intervenuto il nostro ministro dell’Ambiente: “Fondamentale trovare un accordo sulla riforma del mercato elettrico, di cui l’Italia ha sottolineato l’urgenza già prima della crisi ucraina”.
L’urgenza della riforma, le proposte dell’Italia
Tra la fine del 2021 ed i primi mesi del 2023, molti Paesi dell’Unione europea (Ue), tra cui certamente l’Italia, hanno dovuto fare i conti con l’impatto in bolletta del rincaro delle materie prime energetiche. L’energia elettrica ed il gas hanno registrato un incremento di costi che si è tramutato in un’impennata della spesa per famiglie e imprese.
Il combinato disposto di costi in aumento, sicurezza nell’approvvigionamento e l’urgenza di intensificare la decarbonizzazione, hanno spinto a marzo di quest’anno la Commissione europea a proporre una riforma del mercato dell’energia elettrica dell’Unione.
Successivamente, anche il Parlamento europeo ha approvato una posizione comune per l’avvio dei negoziati sulla riforma con il Consiglio.
Intervenendo al Consiglio Energia a Lussemburgo, il nostro ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha richiamato l’Europa sull’urgenza di questo passaggio del mercato Ue dell’energia elettrica.
“È fondamentale trovare un accordo sulla riforma del mercato elettrico, di cui l’Italia ha sottolineato l’urgenza già prima della crisi ucraina”, ha dichiarato il ministro.
“l’obiettivo resta rivedere le attuali regole per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, in modo efficiente per i consumatori e sicuro per il sistema”, ha aggiunto Pichetto Fratin.
Tra i punti chiave del testo di compromesso voluto dall’Italia: “il rafforzamento degli strumenti di lungo termine, Contratti per Differenza e Power Purchase Agreement (PPA), per fornire gli adeguati segnali di prezzo per lo sviluppo di nuovi impianti, rinnovabili e nucleari”.
Secondo il ministro, infine, occorre “stimolare gli investimenti senza alcuna discriminazione tra tecnologie” e mantenere un ‘level playing field’ per le imprese europee esposte a competizione internazionale”.
Le rinnovabili cambieranno il mercato elettrico dell’UE
Da oltre vent’anni il sistema del mercato dell’energia elettrica dell’Unione garantisce forniture a prezzi accessibili e consente ai Paesi membri di adottare e ad accelerare il processo di decarbonizzazione.
Secondo l’Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia (ACER), l’Unione ha realizzato un risparmio annuo di circa 34 miliardi di euro grazie a questo mercato.
La crisi energetica ha messo in luce diverse carenze dell’assetto del mercato, in particolare il grado di esposizione dei consumatori e dell’industria alle impennate dei prezzi dell’energia.
La forte volatilità dei prezzi, connessa al ruolo tuttora preminente della produzione basata su gas, petrolio e carbone nella fissazione dei prezzi dell’energia elettrica, ha evidenziato la forte dipendenza del sistema elettrico dell’UE dalle importazioni di combustibili fossili e la mancanza di flessibilità delle fonti di combustibili non fossili.
A riguardo, la riforma consentirà di accelerare la diffusione delle fonti rinnovabili e l’eliminazione graduale del gas agevolando ulteriormente l’integrazione delle energie rinnovabili nel sistema elettrico e migliorando le condizioni per l’uso di soluzioni di flessibilità quali la gestione della domanda, lo stoccaggio e altre fonti rinnovabili e a basse emissioni di carbonio indipendenti dalle condizioni meteorologiche.
Il percorso di riforma intrapreso ha un duplice obiettivo: garantire la sovranità energetica europea e conseguire la neutralità climatica.
La riforma del mercato elettrico dell’UE fa parte del piano industriale del Green Deal, volto a rafforzare la competitività dell’industria europea a zero emissioni nette e ad accelerare la transizione verso il primo continente climaticamente neutro.