Il Ministro degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale ha ricevuto la lettera di costituzione in mora del nostro Paese per il mancato raggiungimento degli obiettivi di raccolta, riciclaggio e riuso dei riiuti urbani e dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche o Raee. Due mesi di tempo per dare una giustificazione a Bruxelles e e rimediare alle carenze segnalate.
Messa in mora dell’Italia sui rifiuti
La Commissione europea ha deciso di avviare una procedura di infrazione inviando lettere di costituzione in mora a diversi Paesi dell’Unione, tra cui l’Italia. Il motivo è il mancato conseguimento degli obiettivi di raccolta e riciclaggio dei rifiuti in generale e in particolare da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee).
La direttiva quadro sui rifiuti (direttiva 2008/98/CE sui rifiuti, quale modificata dalla direttiva (UE) 2018/851) fissa obiettivi giuridicamente vincolanti per la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti urbani. Il nostro Paese non ha raggiunto entro il 2020 l’obiettivo del 50% per quanto riguarda la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio di rifiuti urbani (come carta, metallo, plastica e vetro).
Leggendo il testo inviato da Bruxelles al nostro Ministro degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale, gli obiettivi di riciclaggio stabiliti per i vari materiali sono pari al 60% per il vetro, 60% per la carta e il cartone, 50% per i metalli, 22,5% per la plastica e 15% per il legno.
Molti di questi obiettivi, purtroppo, non sono tuttavia stati conseguiti.
L’Italia manca gli obiettivi e tratta meno del 50% dell’obiettivo Raee
Inoltre la direttiva sui Raee (direttiva 2012/19/UE, quale modificata dalla direttiva (UE) 2024/884) impone la raccolta differenziata e il trattamento adeguato e fissa obiettivi per la loro raccolta, nonché per il loro recupero e riciclaggio.
Il tasso minimo di raccolta che gli Stati membri devono conseguire ogni anno è pari al 65% del peso medio delle apparecchiature elettriche ed elettroniche immesse sul mercato nello Stato membro interessato, nei 3 anni precedenti o, in alternativa, all’85% del peso dei Raee prodotti nel territorio di tale Stato membro.
Tradotto, nel nostro Paese i risultati di raccolta Raee sono lontanissimi dagli obiettivi fissati in sede europea: nel 2023 in Italia sono infatti state ufficialmente trattate 350.000 tonnellate di Raee domestici, contro un obiettivo di circa 780.000 tonnellate.
I passi falsi della politica
Come riportato da Teleborsa, inoltre, la Commissione Attività Produttive della Camera ha sorprendentemente bocciato due emendamenti al Decreto Legge “Disposizioni urgenti sulle Materie Prime Critiche di interesse strategico“, che avrebbero dato – “senza alcun onere aggiuntivo per le finanze pubbliche” – un significativo impulso alla raccolta dei Raee, semplificando le regole per i ritiri “uno contro uno” e “uno contro zero” da parte dei negozianti e imponendo ai Consorzi che si occupano di questa tipologia di rigiuti di finanziare campagne di informazione dei cittadini.
L’Italia ha ora 2 mesi di tempo per rispondere e rimediare alle carenze segnalate dalla Commissione, trascorsi i quali, in assenza di risposte soddisfacenti, quest’ultima potrà decidere di emettere pareri motivati.
Cosa sono i rifiuti elettronici?
I rifiuti elettronici ed elettrici includono una varietà di prodotti diversi che vengono gettati dopo essere stati utilizzati per un breve o lungo periodo.
Questi comprendono:
- grandi elettrodomestici tipo lavatrici
- dispositivi elettronici tipo computer portatili e stampanti
- prodotti di consumo quali videocamere, lampade fluorescenti e pannelli fotovoltaici
- piccoli elettrodomestici (aspirapolvere, tostapane)
- altre categorie, come le attrezzature elettriche e i dispositivi medici
La quantità di apparecchiature elettriche ed elettroniche immesse sul mercato nell’UE è aumentata da 7,6 milioni di tonnellate nel 2012 a 13,5 milioni di tonnellate nel 2021. Mentre il totale di apparecchiature elettriche ed elettroniche raccolte è salita da 3,0 milioni di tonnellate nel 2012 a 4,9 milioni di tonnellate nel 2021.
Le politiche di riciclo variano da un paese all’altro all’interno dell’Unione Europea. Nel 2021, l’Austria si è contraddistinta come il paese dell’UE con la media più elevata nella raccolta di rifiuti elettronici, registrando 15,46 kg per abitante (l’Italia si trova verso il fondo classifica, con 8,5 kg per abitante).
Nel 2021 in media sono stati raccolti 11kg di rifiuti elettrici ed elettronici per abitante nell’UE.