Inviata a Roma una lettera di costituzione in mora per mancata conformità alla Direttiva sulla Plastica Monouso. Il procedimento era inevitabile, e l’Italia ha solo due i mesi di tempo per colmare le lacune rilevate e rispondere.
L’Italia non ha recepito “pienamente e correttamente” la direttiva Ue SUP
Procedura di infrazione contro l’Italia, che non ha recepito “pienamente e correttamente” diverse disposizioni della direttiva Ue SUP (2019/904) relativa alle plastiche monouso. È quanto afferma la Commissione europea nel documento “Pacchetto di infrazioni del mese di maggio”, aggiungendo che ciò influisce sul suo ambito di attuazione e applicazione a livello nazionale.
L’invio della lettera di costituzione in mora all’Italia, da parte dell’Ue, rappresenta il primo passo per il procedimento di infrazione sulle plastiche monouso.
I prodotti incriminati sono oggetti in plastica monouso, anche biodegradabili e compostabili, vietati dalla disciplina comunitaria: posate, piatti, contenitori in polistirolo espanso, cannucce, palette, cotton-fioc e bastoncini per palloncini.
Una doppia violazione
Ma c’è di più. L’Italia avrebbe anche violato la direttiva sulla trasparenza del mercato unico (direttiva Ue 2015/1535).
Prima di attuare un decreto legislativo, gli Stati membri devono notificare all’Ue tutta la documentazione tecnica.
Tra la notifica del progetto e la sua attuazione formale devono decorrere tre mesi.
In questo lasso di tempo Bruxelles può avanzare osservazioni e segnalare anomalie.
Il Bel Paese, afferma la Commissione, “non ha rispettato i tempi”, pubblicando il Dlgs 196/2021 in Gazzetta ufficiale “quando il dialogo era ancora in corso”.
L’Italia aveva inviato all’Ue la bozza del decreto a settembre 2021. Il periodo di valutazione del documento si sarebbe concluso il 23 dicembre 2021. La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Dlgs 196/2021 è avvenuta il 30 novembre 2021.
Si tratta quindi di una doppia violazione.
Lettera di costituzione in mora inevitabile
La lettera di costituzione in mora che la Commissione Ue ha inviato all’Italia era inevitabile perché la scelta italiana, nel 2021, era stata di non allinearsi alla disciplina comunitaria.
L’Italia è infatti leader mondiale nella produzione e nell’esportazione di oggetti in plastica, sia da imballaggio che realizzati in plastica biodegradabile e compostabile. Secondo Assobioplastiche nel 2022 l’industria delle bioplastiche ha portato all’Italia un fatturato di oltre un miliardo di euro.
Il provvedimento rappresenta il primo step di diverse fasi, che potrebbero portare l’Italia al deferimento da parte della Corte di Giustizia europea.
Il governo italiano ha a disposizione due mesi per colmare le carenze e rispondere in maniera adeguata alla lettera di costituzione. In assenza di una risposta soddisfacente l’Ue passerà alla fase successiva della procedura legale, quella del parere motivato.
La direttiva Ue 2019/904
La direttiva Sup “Single use plastics” – che impone una riduzione dell’utilizzo della plastica per un minore impatto ambientale – è stata recepita dall’Italia con il Dlgs. 196/2021 (la legge 22 aprile 2021, n. 53 delegava il Governo a recepire la Direttiva Ue sulla plastica monouso entro il 3 luglio 2021).
La direttiva – approvata dai 27 – tratteggia un nuovo quadro del packaging, volto a ridurre il più possibile gli imballaggi, così da prevenire l’impatto della plastica sull’ambiente e sulla salute umana e ridurre la quantità di rifiuti gettati in mare, le emissioni di gas serra e la dipendenza dai combustibili fossili importati.
Il regolamento, soprattutto in relazione ai prodotti sfusi, punta al riuso del materiale e non al suo riciclo, promuovendo la transizione verso un’economia circolare.