I verdi europei hanno giocato un ruolo chiave nella rielezione di Ursula von der Leyen alla Presidenza della Commissione europea, questo è evidente, non solo nella conta dei voti, ma anche nelle linee guida annunciate stamattina in aula a Strasburgo. Dalla transizione energetica pulita alla decarbonizzazione, i punti chiave del programma von der Leyen ‘bis’.
Le linee guida della Presidenza Ursula 2
Ursula von der Leyen rieletta Presidente della Commissione Ue
401 voti a favore, 284 contrari e 15 astenuti. Nasce oggi il von der Leyen ‘bis’. Ursula von der Leyen è stata rieletta Presidente della Commissione europea. Una votazione (a scrutinio segreto) per certi versi scontata, che sarà ricordata anche per il voto contrario di Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni, mentre Forza Italia ha mantenuto la parola data, sostenendo l’Ursula 2 (il no della Lega era annunciato).
All’ultimo minuto l’asse Roma-Bruxelles si è incrinato e la nostra Premier pare abbia perso il peso politico faticosamente accumulato negli ultimi mesi, proprio nel momento cruciale.
Questioni di lana caprina, direbbe qualcuno, tipiche della politica continentale, ma che un qualche peso l’avranno nella composizione della Commissione europea, soprattutto alla luce di alcune importanti novità contenute nel piano presentato da von der Leyen nel suo discorso in aula a Strasburgo.
Il Commissario per il Mediterraneo
Di fatto, il voto favorevole dei verdi europei è stato decisivo per il bis di Ursula e il conto è stata già pagato. Con il sostegno dei Greens, la maggioranza su cui poteva contare, con Popolari, Socialisti e Liberali, aveva raggiunto la quota di 454 voti. Quindi, i franchi tiratori sono stati oltre 50.
Ad esempio, è arrivata l’istituzione di un Commissario ad hoc per il Mediterraneo e con portafoglio. Si dovrebbe occupare di dossier di massimo rilievo per il futuro dell’Unione, proprio su quella sponda mediterranea che il nostro Premier ha più volte definito “il fronte Sud”.
“Nominerò un commissario per il Mediterraneo che si concentri su investimenti e partenariati, stabilità economica, creazione di posti di lavoro, energia, sicurezza, migrazione e altre aree di interesse reciproco, nel rispetto dei nostri valori e principi“, si legge nelle linee guida politiche della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, per i prossimi cinque anni di mandato.
Il futuro commissario, ha precisa von der Leyen, lavorerà a stretto contatto con l’Alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza.
L’Italia con FdI e Lega vota contro Ursula 2, che ruolo potremo avere adesso in Europa?
Chissà, forse poteva essere italiano questo Commissario del “Mare Nostrum”, per usare un termine caro agli appassionati di storia romana, che poi ha trovato ampio utilizzo in diverse fasi storiche recenti, anche in relazione alla politica di affermazione italiana nel Mediterraneo dal 1945 in poi.
Il problema è che due terzi del Governo italiano ha votato contro la rielezione di von der Leyen e la consegna di questa poltrona al nostro Paese appare difficile come ipotesi, almeno per il momento.
Gli ultimi contatti di Ursula von der Leyen con i gruppi politici hanno avuto luogo fino a poco prima della pubblicazione delle linee guida politiche. E tra questi contatti, spiegano fonti qualificate europee, c’è stato anche il colloquio tra la Presidente della Commissione designata e la premier Meloni. La telefonata, si spiega, avrebbe avuto luogo ieri in tarda serata.
Certo, rimangono attive linee di contatto “sottobanco”, potremmo dire, con la possibilità sempre aperta di una rinegoziazione dei rapporti di forza tra Bruxelles e Roma. In questo caso il nostro Paese potrebbe ancora ambire ad incarichi di prestigio. Vedremo.
In fondo, all’Italia spetta comunque un Commissario (sui 25 complessivi), ma sono sul tavolo anche altri dossier di massima rilevanza, ad esempio le valutazioni di Bruxelles sulla nostra legge di Bilancio (cosa di non poco conto).
“Vogliamo avere un rapporto estremamente costruttivo“, ha spiegato l’eurodeputato di Fratelli d’Italia e co-presidente di Ecr, Nicola Procaccini, evidenziando che nel corso della legislatura “la partita si giocherà sui contenuti“.
Un nuovo “Clean Industrial Deal”
Altro punto chiave del piano è certamente la transizione energetica e la questione ambientale. Nel suo discorso ha parlato di “Clean Industrial Deal” su cui c’è l’impegno a lavorare nei prossimi 100 giorni.
Sono ribaditi tutti gli obiettivi green per il 2030 ed il 2050, con una rinnovata attenzione agli investimenti, che ben sappiamo dovranno essere cospicui da qui ai prossimi anni peer raggiungere tutti i target prefissati, ma con un occhio alle esigenze del mondo delle imprese (possibile una transizione green “mitigata” e forse una risposta alla domanda ricorrente, “costa troppo, chi paga?”).
“Sanciremo il nostro obiettivo di tagliare le emissioni del 90% per il 2040 nella nostra Legge europea sul clima”, ha sottolineato von der Leyen.
Un piano green che dovrebbe favorire un taglio delle bollette energetiche, leva per la crescita della competitività e la riduzione della povertà energetica, che affligge gli strati più vulnerabili della popolazione europea.
A questo è legato anche il nuovo Fondo europea per la competitività, ideato proprio per sostenere il Clean Industrial Deal.
“Guardando al futuro – si legge ancora nelle linee guida politiche – il Clean Industrial Deal deve consentirci di investire di più insieme nelle tecnologie pulite e strategiche e nelle industrie ad alta intensità energetica” e “per questo proporrò un nuovo Fondo europeo per la competitività nel quadro della nostra proposta per un bilancio nuovo e rafforzato“. “Per quanto riguarda i finanziamenti e gli investimenti pubblici, la prima priorità sarà garantire l’utilizzo delle risorse disponibili tramite NextGenerationEU e il bilancio attuale“, ha sottolineato.
Prossimi passi
La presidente eletta della Commissione invierà ora delle lettere ufficiali ai capi di Stato o di governo degli Stati membri, invitandoli a presentare i loro candidati per i posti di commissario europeo.
Il Parlamento organizzerà, dopo l’estate, una serie di audizioni pubbliche dei candidati nelle commissioni competenti. L’intero collegio dei commissari dovrà poi essere approvato dal Parlamento.