Roma, 22/11/2024 Notizie e approfondimenti sui temi dell’Energia in Italia, in Europa e nel mondo.

Mercato energia elettrica, il 14 marzo arriva la proposta della Commissione UE. Scontro Parigi-Berlino

11reti gestore elettrico nazionale
Home > Policy > Policy Europa > Mercato energia elettrica, il 14 marzo arriva la proposta della Commissione UE. Scontro Parigi-Berlino

Durante la riunione informale dei ministri europei dell’Energia a Stoccolma, il Commissario Ue per l’energia, Kadri Simson, ha rilanciato l’importanza della riforma del mercato dell’energia elettrica. Ma sul tema e soprattutto sui tempi c’è tensione tra la Francia e la Germania. Prima o dopo le elezioni europee del 2024?

La riforma del mercato UE dell’energia elettrica

A metà marzo la Commissione europea presenterà la propria proposta di riforma del mercato dell’energia elettrica. Abbiamo visto tutti quanto ci è costato, in termini di spesa, per famiglie e imprese, il rincaro delle bollette dell’energia elettrica (e del gas ovviamente) in questi ultimi mesi.

Alla base di questa impennata dei prezzi c’è stata la guerra, ma soprattutto le tensioni geopolitiche e i problemi di approvvigionamento, con inflazione e speculatori a peggiorare la situazione.

Durante la riunione informale dei ministri europei dell’Energia a Stoccolma, il Commissario per l’energia, Kadri Simson, ha dichiarato che nonostante il peggio sia per il momento alle spalle, non bisogna mai abbassare la guardia.

La causa dei rincari in bolletta non va cerca nel mercato dell’energia elettrica così com’è oggi, “ma per come ha funzionato possiamo dire che non ha saputo proteggere i consumatori dagli effetti della crisi del mercato del gas”.

Dobbiamo quindi procedere con una riforma che sappia dare strumenti normativi e di mercato per schermare le probabili future tempeste, ha spiegato la Simson, sbloccando le nuove opportunità di un mercato dell’elettricità più decentralizzato, più orientato alle fonti energetiche pulite e alle comunità energetiche rinnovabili locali e di autoconsumo, che possano favorire la riduzione della domanda e migliorare i livelli di efficienza e autonomia energetica.

La riforma avrà il compito di ridurre la dipendenza delle bollette dell’energia elettrica dal prezzo del gas e di rendere il nostro sistema dell’energia elettrica più adatto ad integrare le rinnovabili che entro il 2030 dovrebbero soddisfare il 70% della domanda di elettricità”, ha spiegato la Commissaria europea.

Vogliamo inoltre rafforzare i diritti dei consumatori affinché abbiano accesso a migliori informazioni e a una maggiore varietà di offerte.

Su questo percorso si inserisce il confronto piuttosto acceso tra Francia e Germania.

Lo scontro Parigi-Berlino: aspettare o no le elezioni europee del 2024?

Secondo quanto riportato in un articolo pubblicato da euractive.com, Berlino ha chiesto di attendere le elezioni europee del maggio 2024 prima di procedere con la riforma del mercato europeo dell’energia elettrica, mentre Parigi, attraverso l’ufficio del ministro dell’Energia, Agnès Pannier-Runacher, ha ribadito la sua volontà di avviare la riforma subito, anticipando il voto del 2024.

Il vicecancelliere tedesco e ministro dell’Economia e del clima, Robert Habeck, ha delineato il suo calendario e non sembra ci sia spazio per un confronto politico sul tema prima della fine del prossimo inverno 2023/2024.

Il mese scorso il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire ha dichiarato di volere una riforma “entro sei mesi”.

L’obiettivo, secondo il ministero dell’Energia francese, è raggiungere un accordo definitivo con il Parlamento europeo “sotto la presidenza spagnola” del Consiglio, che scade il 31 dicembre 2023.

Se non si arriva ad un accordo prima delle elezioni europee del 2024, la riforma sarà rimandata a molto tempo dopo, mentre si stanno mettendo a punto le nuove istituzioni”, ha spiegato l’ufficio del ministro.

La decisione di riforma “sarà presa dai 27”, ha affermato l’ufficio di Pannier-Runacher, suggerendo che basterebbe una maggioranza qualificata nel Consiglio Ue – di almeno 15 Paesi che rappresentino il 65% della popolazione Ue – per adottare una posizione comune.

Sull’altro fronte, sei Stati membri – Lussemburgo, Danimarca, Estonia, Finlandia, Lettonia e Paesi Bassi – si stanno già schierando con la Germania e chiedono alla Commissione di intraprendere una cauta riforma.

Giornalista

Articoli correlati