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Kazakistan, Azerbaigian e Uzbekistan: energia ‘verde’ per l’Europa

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In occasione della Cop29 di Baku, Kazakistan, Azerbaigian e Uzbekistan hanno siglato un accordo sull’energia ‘verde’, proiettato verso l’Europa.

Un nuovo accordo sulle rinnovabili

In occasione della Cop29 di Baku, Azerbaigian, Uzbekistan e Kazakistan hanno raggiunto un accordo sulle rinnovabili, pensato nell’ottica delle forniture di energia verso l’Europa. La trasmissione, secondo quanto ha riportato Bloomberg, dovrebbe avvenire attraverso il Mar Caspio e il Mar Nero, mediante la posatura di nuovi cavi.

In altra sede, i ministri dell’energia degli stessi Paesi, più quello dell’Arabia Saudita, hanno firmato un ‘programma di attuazione’, sempre in materia di sviluppo e trasmissione di energia verde.

In termini geoeconomici, l’implemetazione del ‘Corridoio dell’Energia Verde’ potrebbe valorizzaredifferenti scenari. I collegamenti tra Asia ed Europa, dunque, si troverebbero dunque di fronte ad un altro fondamentale capitolo.

Il valore delle direttrici

In primo luogo – nel quadrante dell’Unione Europea – la differenziazione del mix energetico e la definizione di nuove relazioni rafforzeranno il programma REPowerEU. Grazie al loro vasto potenziale, Kazakistan, Uzbekistan e Azerbaigian possono sostenere insieme la transizione energetica dell’Europa fornendo energia pulita, affidabile e conveniente. Come ha sottolineato Kazinform, i tre Paesi stanno espandendo le capacità di produzione di energia rinnovabile, attirando investimenti internazionali.

Dall’altro lato le commesse e l’infrastrutturazione del Mare Nero e del Mar Caspio rimarcheranno il valore alle direttrici energetiche della regione, replicando le connessione dei gasdotti. Gli stessi gasdotti potrebbero essere reimpiegati. Considerando le catene del valore già esistenti in Asia, la possibilità che i Paesi interessati collaborino per una maggiore integrazione non potrà che legittimare la loro centralità.

La pianificazione consentirà agli stessi stati firmatari di ammodernare le loro infrastrutture. Non è escluso che il supporto finanziario possa arrivare dalla Banca asiatica di sviluppo (Asian Development Bank, ADB). Ovviamente, si tratterà anche di riformulare i settori di riferimento delle economie nazionali, con investimenti mirati che tengano presenti le diverse realtà.

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