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Germania, congelati i fondi per l’idrogeno mentre il governo ridisegna le priorità

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Con l’avvicinarsi del 23 febbraio e le elezioni ormai alle porte, le priorità politiche delle coalizioni in corsa sollevano dubbi sulla concreta attuabilità del programma di transizione energetica della Germania. Secondo le stime di Agora Energiewende, per centrare l’obiettivo della neutralità climatica saranno necessari 93 miliardi di euro all’anno fino al 2030, una cifra difficilmente sostenibile senza un forte intervento governativo.

L’inversione di rotta

Due anni fa, Thyssenkrupp AG, il più grande produttore di acciaio tedesco, ha ottenuto un finanziamento record di 2 miliardi di euro per la costruzione di un altoforno alimentato a idrogeno. Si trattava del più grande impegno mai preso in questa direzione e di un momento chiave nella transizione energetica della Germania verso gli obiettivi NetZero. Tuttavia, dopo il crollo del governo alla fine dello scorso anno, alla soglia delle elezioni del prossimo 23 febbraio, i piani per l’utilizzo dell’idrogeno si trovano in una fase di stallo.

I finanziamenti destinati ai principali programmi di riduzione delle emissioni sono, infatti, stati congelati e le forze politiche di vertice chiariscono che le priorità si stanno spostando altrove.

La Germania rinuncia alla leadership nella transizione energetica?

Negli ultimi anni, la Germania ha investito miliardi di euro per ridurre le emissioni di carbonio di due terzi entro il 2030. Uno dei motivi per cui, con la ritirata degli Stati Uniti di Trump dagli accordi climatici globali, sono in molti a riversare speranze e aspettative sul Paese europeo. Tuttavia, quella che fino a qualche anno fa veniva considerata l’economia trainante della Comunità a 27, adesso sembra destinata a ridimensionare i propri sforzi, perdendo il ruolo di leader nella transizione energetica all’interno dell’UE.

A maggior ragione se si considera che la precedente coalizione guidata dal cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz, che includeva i Verdi e i Liberali (FDP), aveva già incontrato difficoltà nel rispettare gli impegni climatici a causa di vincoli di bilancio. Ora, dopo le elezioni, i tagli ai finanziamenti per il clima sembrano ancora più probabili.

Priorità alla sicurezza e all’immigrazione

Tutto fa pensare che la politica tedesca si stia orientando verso altre esigenze. Il programma energetico delineato dai conservatori ha sollevato non poche preoccupazioni tra gli operatori delle rinnovabili. Come riportato da Bloomberg, il gruppo ha promesso un aumento delle spese per sicurezza e immigrazione, come quelle per la NATO, mantenendo al contempo le rigide regole di bilancio del Paese, scelta che inevitabilmente limiterà i margini di manovra finanziaria per gli investimenti nella transizione energetica.

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