Sono a firma Eurostat i dati sull’efficienza energetica dell’Unione europea del quinquennio 2018-2023. In crescita soprattutto gli Stati del nord Europa e la popolazione non a rischio povertà. La situazione italiana è migliorata poco e soprattutto nelle città.
L’indagine Eurostat
Nel quinquennio 2018-2023 1 europeo su 4 (il 25,5% della popolazione Ue) ha vissuto in un appartamento in cui l’efficienza energetica è migliorata, ma il 14,4% degli abitanti Ue non a rischio povertà ha trascorso lo scorso inverno in abitazioni non riscaldate a sufficienza. Percentuale che sale al 31,2% per la popolazione a rischio povertà. È quanto emerge dai dati Eurostat pubblicati ieri.
L’indagine ha rilevato che- tra le famiglie economicamente non a rischio – il 27,5% ha migliorato la propria situazione energetica abitativa. Tale evoluzione è avvenuta solo nel 17,8% delle famiglie a rischio povertà.
L’efficientamento energetico è stato maggiore nelle zone rurali: 29,4% rispetto al 25,4% dei centri urbani e al 22,9% di chi vive in città. Pertanto, nelle zone rurali, nel 2023, il 16,3% della popolazione ha trascorso l’anno in un’abitazione non sufficientemente calda. Questo valore sale al 17,6% nei centri urbani e al 19,1% nelle città.
Considerando la disponibilità economica, il 23,1% delle famiglie a rischio ha vissuto in abitazioni non adeguatamente calde, rispetto al 16,9% di quelle senza limitazioni.
I dati europei
Considerando la totalità della popolazione, nei Paesi Bassi il 58,7% della popolazione ha migliorato l’efficienza energetica delle proprie abitazioni. Il secondo posto va al 46,6% dell’Estonia. Sul podio anche la Lettonia, con il 36,7%.
I Paesi del Mediterraneo sono quelli in cui l’efficienza energetica ha avuto un incremento minore.
Ultima posizione in classifica per Malta, con l’8,4%. La precedono la Grecia con l’11,9%, e Cipro e la Spagna con il 14,6%.
In rapporto al numero di abitanti di età superiore a 16 anni, gli Stati la cui popolazione a rischio povertà ha avuto un miglioramento dell’efficienza energetica delle abitazioni sono stati l’Estonia con il 47,8%, i Paesi Bassi con il 45,1% e la Lituania con il 32,5%.
Irrisorio il miglioramento per le famiglie economicamente svantaggiate di Malta (6,7%) e di Cipro (solo il 5%).
L’(in)efficienza energetica italiana
Nonostante il Superbonus, in Italia solo il 14,7% della popolazione ha incrementato, negli ultimi 5 anni, l’efficienza energetica delle proprie abitazioni. Una percentuale così bassa da posizionarla al quintultimo posto tra i 27.
Ad aggravare la situazione italiana è la percentuale dell’efficienza energetica delle famiglie a rischio povertà. Solo il 6,9%: una percentuale migliore solo rispetto a Cipro e Malta.
Nel Belpaese, contrariamente ai dati Eurostat sugli stati membri i tassi di miglioramento sono più alti nelle città (15,5%) rispetto alle zone rurali.
Eurostat ha considerato tre principali azioni: il miglioramento dell’isolamento termico, la sostituzione di finestre a vetro singolo con unità a doppio o triplo vetro e l’installazione di sistemi di riscaldamento più efficienti.
L’indagine si colloca all’interno del pacchetto sul clima Fit for 55, come da direttiva Ue sull’efficienza energetica e analizza la scarsa operatività delle istituzioni Ue sul rinnovamento energetico degli immobili degli Stati Membri.