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Direttiva Rinnovabili: 42,5% di elettricità da fonti pulite e 42% di idrogeno green nell’Industria entro il 2030.

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Raggiunto l’accordo che include obiettivi e misure per sostenere l’adozione delle energie rinnovabili in vari settori dell’economia dell’Unione Europea. Per la prima volta nella direttiva sulle energie rinnovabili , viene inclusa l’industria, con obiettivi indicativi  (1,6% di aumento annuo dell’uso di energia rinnovabile) e obiettivi vincolanti, tra cui quello sul consumo di idrogeno verde, il 42% entro il 2030. Tra le novità più rilevanti anche la quota dei consumi finali di energia elettrica coperta da fonti rinnovabili che passa dal 32% al 42,5%, e l’inclusione di idrogeno nucleare e biomasse nella lista delle fonti rinnovabili.

L’energia elettrica coperta da rinnovabili passa dal 32% al 42,5%

Raggiunto l’accordo sulla nuova Direttiva europea per promuovere e regolamentare le energie rinnovabili. Si tratta di un provvedimento provvisorio, che prima di entrare in vigore richiederà l’adozione formale da parte del Parlamento europeo e del Consiglio.

L’intesa, secondo quanto riportato in un comunicato della Commissione Europea, riafferma la determinazione dell’UE a ottenere la propria indipendenza energetica attraverso una diffusione più rapida dell’energia rinnovabile prodotta internamente, e a raggiungere l’obiettivo di riduzione del 55% delle emissioni di gas a effetto serra per il 2030. 

Consiglio Europeo e Parlamento Europeo avrebbero, infatti, deciso di elevare dall’attuale 32%, al 42,5%  la quota dei consumi finali di energia elettrica coperti da fonti rinnovabili al 2030. Un progresso anche rispetto al 40% proposto nel pacchetto clima 2021 dalla Commissione Europea. I negoziatori hanno, inoltre, concordato che l’UE mirerà a raggiungere il 45% di energie rinnovabili entro il 2030.

Accelerazione dell’iter autorizzativo

Il relatore del provvedimento, Markus Pieper (Ppe, Germania), che ha commentato positivamente il traguardo raggiunto, ha reso noti anche gli altri elementi dell’accordo, tra cui l’accelerazione del processo autorizzativo. Lo scopo è impedire che la burocrazia ostacoli le richieste di nuove concessioni. Con la nuova legge, le procedure di accesso saranno, quindi, più facili e veloci. L’energia rinnovabile viene riconosciuta come un interesse pubblico preminente, per cui nelle aree con un elevato potenziale di energie rinnovabili e bassi rischi ambientali, gli Stati membri dovranno istituire iter particolarmente brevi e semplici. L’accordo provvisorio tende poi a rafforzare la cooperazione transfrontaliera sulle energie rinnovabili.

Rinnovabili negli edifici e per i trasporti

Rientrano nell’intesa raggiunta, anche le normative per gli edifici ed i trasporti. Per i primi, entro il 2030 le energie rinnovabili dovrebbero contribuire al 49% dell’energia utilizzata, un parametro che integra la legislazione dell’UE in materia di edilizia e orienta gli sforzi degli Stati membri, mentre per il settore trasporti saranno questi ultimi a decidere. I Paesi europei potranno scegliere tra un obiettivo di almeno il 29% di quota di rinnovabili nel consumo finale di energia nel settore dei trasporti entro il 2030, oppure un obiettivo di riduzione del 14,5% dell’intensità di gas a effetto serra nei trasporti grazie all’uso di fonti rinnovabili. Queste ultime dovranno comunque contribuire ai consumi del settore con almeno il 5,5% di biocarburanti avanzati (cioè da materie prime non alimentari) e carburanti rinnovabili di origine non biologica (idrogeno rinnovabile e carburanti sintetici a base di idrogeno).

Idrogeno dal nucleare e biomasse

Secondo quanto riportato, anche l’idrogeno di derivazione nucleare e le biomasse, quindi combustibili a emissioni ridotte ma non nulle, saranno considerati rinnovabili al 100%. L’accordo prevede però maggiori limitazioni e criteri più stringenti per la produzione di energia da queste fonti. In linea con le maggiori ambizioni in materia di clima e biodiversità del Green Deal europeo, si prevede che la biomassa forestale non provenga da aree importanti per la biodiversità. La biomassa legnosa dovrà essere utilizzata secondo il suo massimo valore aggiunto, economico e ambientale (cd uso a cascata). Il sostegno finanziario sarà vietato per l’energia prodotta attraverso l’uso di tronchi da sega, tronchi da impiallacciatura, legno tondo di qualità industriale, ceppi e radici.

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